Sono circa 8mila i salentini che, ancora adesso, post lockdown, continuano a lavorare in modalità smart working. È quello che emerge da un’indagine condotta dall’Osservatorio Economico di Aforisma School of Management che ha elaborato i dati sulle forze di lavoro.
In provincia di Lecce, sono occupati 144mila uomini e 81mila donne, per un totale di 225mila persone (stime ufficiali Istat).
Nel periodo di lockdown, la percentuale di lavoratori che hanno proseguito l’attività in smart working si attestava attorno al 6,8 per cento. In termini assoluti, tale percentuale corrisponde a 15.300 impiegati. Nel periodo successivo, nella cosiddetta «fase 2», la quota di lavoratori è scesa al 3,4 per cento, vale a dire 7.650 unità.
Il settore dell’informazione e della comunicazione, come c’era da aspettarsi, è quello che ha fatto registrare l’incremento più alto di ricorso al lavoro agile, arrivando al 30 per cento e, a seguire, il comparto finanziario-assicurativo.
Riguardo alla tipologia, invece, figurano, in testa, i dipendenti di aziende private e di organizzazioni pubbliche, dove non era necessaria la presenza in sede, come gli addetti alla segreteria e agli affari generali; i tecnici dell’organizzazione e dell’amministrazione delle attività produttive; gli specialisti delle scienze gestionali e commerciali; i tecnici dei rapporti con i mercati; gli impiegati addetti alla gestione economica, contabile e finanziaria.
La percentuale cresce di più tra le donne rispetto agli uomini ed aumenta parallelamente al livello di istruzione.