Domenica 25 ottobre, alle ore 19.00, la scrittrice leccese Giovanna Politi, presenterà il suo romanzo Io sono l’a-more presso la Cantina Sampietrana, in via del Mare 38 – San Pietro Vernotico (Br).
A dialogare con lei, l’avvocato Stefania Foscarini e il docente di Marketing del Territorio presso l’università del Salento nonché Sindaco di Surbo, Ronny Trio.
Brani dal romanzo saranno interpretati dall’attrice teatrale Agnese Perrone. Allieterà la serata il Bel Canto della soprano Stefania Tommaso.
A fine serata, la degustazione di tre tipologie di vino, offerto dalla cantina Sampietrana.
Ingresso libero
Sinossi del romanzo
Io sono l’a-more è il romanzo che educa a un nuovo “sentire” oltre l’udibile, la narrazione sensuale, passionale, ma anche dolorosa della natura umana in tutte le sue fragilità e in tutta la sua contraddittoria bellezza. L’essere umano, incoerente, sofferente, mortale, è salvato da una sola meraviglia che, a un tratto, irrompe e gli s’impone: l’a-more. Perché a-more significa: senza morte. Chi ha amato, anche solo per un solo istante, ha infatti sublimato la sua anima rendendola immortale.
Livia, la protagonista, è una ragazza sorda dalla nascita che conduce il lettore nel suo mondo ovattato e silente, dove segnando con mani veloci come rondini in volo, condivide il suo mondo di donna-isola, il suo rapporto speciale con la mamma, quello magico con la nonna, quello rabbioso con un padre assente che poi recupera scoprendosi libera da ogni rancore, quello con la poesia che le esplode dentro servendovi dell’aria salmastra come vettore per ogni sua emozione. Livia che ama Lorenzo, l’amore infedele che si scontra con tutti i falsi perbenismi, ma che cede il passo, dopo la passione più incontrollata, al sentimento umano della compassione e del dono.
Io sono l’a-more è il romanzo che capovolge il tavolo, che cambia la direzione di ogni visione, che sconvolge le coscienze, che spappola la carne e irrora le arterie del cuore; è la traduzione di ogni sentimento umano perché lo sviscera e lo scompone per arrivare poi all’unica, possibile conclusione: solo l’amore salva.