Territorio

Dalla parte delle donne e non solo: Giovanna Politi incontra la consigliera Filomena D’Antini e il sindaco Trio

Venerdì 27 novembre alle 19.00 sui 105.7 di Radio Onenonsolosuoni, la scrittrice leccese Giovanna Politi incontrerà per la sua rubrica “Dalla parte delle donne e non solo”, Filomena D’Antini, consigliera di Parità della Provincia di Lecce e Ronny Trio, sindaco di Surbo. 

La violenza si compie tutte le volte in cui si esercita abuso di potere verso un soggetto più debole sia esso uomo, donna, bambino, anziano, disabile.

Ormai da anni, il 25 novembre è la giornata mondiale contro il femminicidio, delitto efferato e incommentabile che si perpetua contro la donna, essere generante di vita, concetto che dovrebbe stridere assolutamente con la morte! Eppure ogni anno il numero delle vittime continua a salire inesorabilmente.

Ma chi è l’uomo che compie questo tipo di violenza? Sicuramente un uomo insicuro, malato, problematico, un tipo d’uomo, come dico sempre alle ragazze che incontro nelle scuole, che dovrebbe essere allontanato alle prime avvisaglie e mai di giustificato nei suoi atteggiamenti patologici nei nostri riguardi, facendoli passare per amore folle o gelosia!

L’amore sano non costringe, non impone, non prevarica! Non è amore quello in cui c’è controllo; l’amore è fiducia, rispetto, libertà di pensiero, di movimento, d’azione. Scappate sempre lontano da chi non vi conceda tutto questo!

Detto ciò, il mio concetto su questo tema va oltre e quando parlo di violenza, non riesco a pensare solo a quella contro la donna, ma ne aborro ogni forma, come evidenzio nell’incipit dell’articolo. Si può considerare violenza ogni forma di abuso di potere e controllo che si può manifestare come sopruso fisico, sessuale, psicologico, economico.

Se è vero che il femminicidio è di una brutalità senza eguali, è pur vero che anche le violenze psicologiche lo sono, l’imposizione di autorità contro la volontà del soggetto, il plagio, la strumentalizzazione degli esseri umani, i maltrattamenti tramite ricatti e pressioni di ogni tipo, le manipolazioni.

La vasta tipologia di azioni del tipo sopra indicato si esprime in un’attività chiamata coercizione o coartazione, in termini immediati, a lunga scadenza, subdolamente, con secondi fini. In tutti questi casi la violenza ha lo scopo di indurre nell’altro comportamenti che altrimenti non avrebbe, al fine di danneggiarlo.

Quanti uomini conosciamo ricattati da una ex moglie che strumentalizza il figlio per vendicarsi?

Quanti uomini ridotti al lastrico da donne agguerrite nelle aule di tribunale che continuano a farsi mantenere a vita da un uomo che hanno lasciato e spesso anche tradito?

Quanti bambini vediamo palleggiati da un genitore all’altro vittime di dinamiche per loro incomprensibili che gli lasceranno traumi a vita? Questa violenza è forse meno brutale?

Nell’apparenza forse, perché non scorre il sangue… Ma non nella sostanza!

Quanti anziani vengano maltrattati nelle case di riposo, picchiati, ricattati e minacciati? Stessa cosa per i disabili e i malati di mente nelle strutture di accoglienza preposte a curarli e a migliorargli la qualità di vita… Quanti abusi vengono compiuti ogni giorno?

Sarò fuori dal coro e me ne accollo tutte le responsabilità, ma per me, quando si parla di violenza non ci si può riferire al solo femminicidio, sarebbe limitativo del problema!

Da donna e madre di una ragazza, ovviamente dico NO urlando a pieni polmoni a questa forma terribile di atto criminoso e invito gli uomini a ricordarsi che la donna è l’essere che li ha generati, devono proteggerla, amarla, rispettarla, ascoltarla, comprenderla e non picchiarla, maltrattarla e ucciderla!

Però nello stesso momento mi riferisco anche alle donne e le invito a ricordare che sono nate anche grazie all’uomo e anch’esse devono amarlo, rispettarlo, comprenderlo e non usarlo!

La violenza va combattuta su tutti i fronti, solo allora avremo vinto la guerra dopo tante battaglie!

Finché un solo bambino sarà vittima di due ex coniugi stolti che lo usano per ferirsi, finché un genitore verrà abbandonato e maltrattato in una residenza per anziani, finché un disabile verrà considerato inferiore e perciò sopraffatto, finché una persona con gusti diversi dai nostri verrà considerata un “diverso” e come tale soggetto da bullizzare e discriminare e finché una donna verrà tormentata per come si veste, per come vive in privato la sua sessualità (e gli accadimenti della maestra di qualche giorno fa ne sono la prova…), avremo perso in partenza, avremo fallito e non avremo effettivamente combattuto ed estirpato nessun male alla radice, ma solo blaterato in giornate mondiali che ricorrono ogni anno senza produrre veri “cambia-menti”.

Violenza poi è tanto altro ancora. Per me che sono attenta alle parole, violenza è anche nella forma del dire! Quante aggressioni verbali leggiamo sui social ogni giorno? Quanti attacchi feroci a persone o a personaggi di cui non condividiamo il pensiero solo per sfogare le nostre frustrazioni? Non è forse violenza anche questa e non ha forse la matrice dello stesso disagio? Ricordate che con la parola si può uccidere e con questo non voglio lontanamente minimizzare l’effetto di coltello e pistola, ma solo invitare a riflettere… Fatelo, ora!

Giovanna Politi