Il miele pugliese cala di quantità, ma cresce in qualità. Gli alveari censiti in Puglia sono quasi 19mila e gli apicoltori censiti circa 400.
Per dare voce a questi ultimi è nata la sezione «Apicoltura» nell’ambito della Cia Agricoltori italiani dell’area Levante. Il referente è Vincenzo Mininni, 37 anni, titolare di 130 alveari e produttore di miele con vendita diretta a livello nazionale e con un programma di export verso Danimarca ed Arabia Saudita.
All’incontro di costituzione hanno preso parte Giannicola D’Amico, vicepresidente Cia Puglia, Giuseppe De Noia, responsabile sviluppo associativo Cia Levante e Giuseppe Creanza, direttore Cia Area Levante.
Durante l’incontro sono state discusse le proposte presentate all’Osservatorio Apistico regionale relativamente al bando apistico regionale per i finanziamenti previsti dal regolamento comunitario Ce 1303/2013 per l’annata apistica 2020-2021.
Le proposte sono state il frutto di un tavolo di collaborazione instaurato con l’Associazione Regionale Apicoltori Pugliesi (Arap).
Il documento presentato da Giuseppe Nisi per conto di Cia e da Daniele Greco per Arap contiene molte proposte volte al miglioramento delle attività per i corsi, introducendo modalità di formazione a distanza, attraverso sistemi di videoconferenza, per le lezioni dei corsi e gli incontri di aggiornamento per apicoltori; miglioramento e maggiore utilizzo di risorse per le “Azioni di comunicazione, sussidi didattici, abbonamenti, opuscoli”; assistenza tecnica alle aziende per l’accesso a contributi per l’acquisizione di “Attrezzature per la lavorazione, il confezionamento e la conservazione dei prodotti dell’apicoltura” anche i piccoli apicoltori; l’acquisto di arnie con fondo a rete e di api regine, ma non solo.
«I futuri impegni della neo costituita sezione apistica – dichiara De Noia – saranno quelli di sostenere richieste volte a sostenere e potenziare il settore apistico con interventi regionali e nazionali a favore del settore e di un agricoltura che anche a livello europeo vede sempre più green».
«L’apicoltura – aggiunge Creanza – rappresenta un settore fondamentale per la nostra agricoltura, con importanti ricadute produttive, economiche e sociali, e per l’equilibrio ecosistemico. L’impegno è quello di sostenere progettualità di particolare rilievo ambientale, economico, sociale e occupazionale che dovranno garantire ricadute a livello territoriale. I cambiamenti climatici e le frodi alimentari giocano a sfavore del comparto che deve invece essere sostenuto, tutelato e valorizzato».
«Ritengo importante – prosegue D’Amico – la collaborazione tra l’organizzazione e l’associazionismo degli apicoltori, utile per l’attuazione di iniziative ad ampio raggio progettuale, tra cui la possibilità di avviare progetti promozionali finalizzati a valorizzare il miele come alimento naturale, mettendo in evidenza il legame con i territori di produzione».
L’apicoltura in Puglia conta molti appassionati che gestiscono quasi 13mila sciami. La maggior parte delle apicolture sono destinate all’autoconsumo, mentre solo 366 sono incentrate sulla commercializzazione. Di questi, circa il 16 per cento degli apiari è gestito secondo il disciplinare del biologico.