“Sentirò subito l’assessore alla Sanità Lopalco e gli uffici competenti per dar vita al Tavolo sull’autismo, e per attuare quanto previsto dal Regolamento Regionale n.9 del 2016, a partire dai CAT che devono avere una maggiore incidenza sui territori. Il Regolamento che disciplina la rete assistenziale per i disturbi dello spettro autistico, ha spostato la competenza sulle strutture destinate ai soggetti affetti da autismo in capo alla Sanità, ma collaborerò assieme all’assessore per dare risposte alle tante problematiche delle famiglie e delle associazioni che assistono le persone con l’autismo. Alla individuazione di strutture dedicate occorre innanzitutto far seguire la determinazione delle relative tariffe, in modo da consentire una corretta presa in carico e il mio impegno, anche in questo caso, è quello di confrontarmi con l’assessorato alla sanità, Alcune previsioni del Regolamento sono rimaste sino ad oggi inattuate, mentre altre necessitano di rivisitazione, oltre all’implementazione del fabbisogno. Il nostro impegno per attuare politiche dedicate alle persone con autismo e alle loro famiglie è massimo”. Così l’assessora al Welfare Rosa Barone nel corso delle audizioni in III Commissione.
“Serve la massima collaborazione tra le istituzioni – ha continuato Barone – per una visione organica che permetta di risolvere le problematiche attuali. Quella dell’autismo è una tematica che mi sta particolarmente a cuore, sono in contatto con famiglie e centri diurni e giovedì sono andata a San Giovanni Rotondo al Centro per l’Autismo ‘Valori’ per conoscere meglio i bisogni e le problematiche di queste strutture. Per quanto riguarda i buoni servizio disabili e anziani tutto quello che competeva al mio assessorato è stato fatto. È stata inviata una PEC agli Ambiti e abbiamo trovato le risorse necessarie per coprire tutte le 6321 domande ammesse in graduatoria. Ora faremo una ricognizione con gli Ambiti per capire a che punto siano i pagamenti e fornirò anche un report completo alla commissione III, perché ritengo che si debba lavorare insieme per poter arrivare a risultati importanti. Le famiglie non devono sentirsi abbandonate o, peggio ancora, invisibili”.