«Vent’anni dopo il G8 di Genova del 2001, molti dei responsabili delle gravi violazioni dei diritti umani commesse in quell’occasione sono sfuggiti alla giustizia, restando di fatto impuniti. In parte, il motivo è legato all’impossibilità di identificare gli esecutori materiali da parte dell’autorità giudiziaria», si legge nella campagna “Codici identificativi subito” di Amnesty International Italia con la quale si richiedono misure di identificazione per gli agenti impegnati in operazioni di ordine pubblico. «Negli anni successivi, altri casi di persone che hanno subito un uso sproporzionato della forza durante manifestazioni o assemblee pubbliche, chiamano in causa la responsabilità di appartenenti alle forze di polizia. Per porre fine alle violazioni dei diritti umani che vedono un coinvolgimento delle forze di polizia e riaffermare il ruolo centrale di queste nella protezione dei diritti umani, è essenziale che le lacune esistenti vengano al più presto colmate. Tra queste ci sono i codici o numeri identificativi individuali, elemento importante di accountability; il fatto che i singoli agenti e funzionari siano identificabili è un messaggio importante di trasparenza che mostrerebbe la volontà delle forze di polizia di rispondere delle proprie azioni e allo stesso tempo accrescerebbe la fiducia dei cittadini», si legge nell’appello. «La richiesta è quella di esporre un codice identificativo alfanumerico sulle divise e sui caschi per gli agenti e i funzionari di polizia (senza distinzione di ordine e grado) impegnati in operazioni di ordine pubblico. Ciò avrebbe un duplice effetto di trasparenza: verso i cittadini, che saprebbero chi hanno di fronte, e a garanzia di tutti gli agenti delle forze dell’ordine che svolgono correttamente il loro servizio».
L’incontro si aprirà con un aggiornamento di “Free Patrick Zaki, prisoner of conscience”. Fino al 4 luglio (dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18 – ingresso libero nel rispetto delle normative Anticovid19), con il ritorno della Puglia in zona gialla, nella Sala lettura della Biblioteca Bernardini del Convitto Palmieri di Lecce sarà nuovamente aperta al pubblico la mostra con i 30 manifesti finalisti dell’edizione speciale del concorso internazionale di comunicazione sociale “Poster For Tomorrow“. Per il contest, promosso da Amnesty International Italia, dall’associazione leccese Diffondiamo idee di valore e dal festival Conversazioni sul futuro in collaborazione con il Festival dei Diritti Umani di Milano, l’Associazione Articolo 21 e numerosi partner, con il patrocinio dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, sono stati ideati, realizzati e candidati oltre 900 poster da quasi 50 Paesi in tutto il mondo. Selezionati in due fasi successive da una giuria internazionale da lunedì 8 febbraio i 10 poster vincitori sono in affissione a Lecce, Bologna (città che hanno concesso la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki) e in un’altra cinquantina di comuni e spazi pubblici e privati in giro per l’Italia. Nella Biblioteca Bernardini, grazie alla collaborazione e al sostegno del Polo Biblio-Museale di Lecce, si potranno apprezzare non solo i 10 poster vincitori ma tutti i 30 finalisti. Disponibile in consultazione anche una selezione di libri e pubblicazioni per approfondire il tema dell’Egitto, dell’area del Mediterraneo e della difesa dei diritti civili. L’obiettivo del contest è stato quello di unirsi, con il linguaggio dell’arte e della creatività, alle donne e agli uomini che nel mondo chiedono a gran voce l’immediata liberazione di Patrick Zaki. Da oltre un anno lo studente egiziano del Gemma – Master Erasmus Mundus che si occupa di “Women’s and Gender Studies” dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna è in carcere nel suo paese come prigioniero di coscienza.
La rassegna web Sette meno dieci è promossa dalle realtà salentine Diffondiamo Idee di Valore, Conversazioni sul futuro, Io non l’ho interrotta e Coolclub con il sostegno della Regione Puglia nel Programma Straordinario 2020 in materia di Cultura e Spettacolo e, tramite il Teatro Pubblico Pugliese, nella programmazione Custodiamo la cultura in Puglia.