Oltre 8.300 posti letto in più e 3.459 nuove camere, 334 palazzi di pregio storico-culturale riportati alla vita; il tutto all’interno di un investimento complessivo da 574 milioni di euro che incrementa l’occupazione per quasi 3mila unità. Sono i risultati dello strumento dedicato alle piccole e medie imprese che operano nel settore del turismo, cioè “Titolo II Capo 6”.
Non solo dati, ma indicatori di una vera e propria metamorfosi sia nell’offerta turistica pugliese che nel recupero del patrimonio e un contributo al successo del brand Puglia nel mondo.
Una rivoluzione intuita, ma mai rilevata statisticamente con una misura regionale. Per farla emergere è stata necessaria una ricerca dettagliata su tutte le proposte di investimento, condotta da Puglia Sviluppo che gestisce lo strumento in qualità di organismo intermedio.
Alla misura di agevolazione e alla ricerca, l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia Alessandro Delli Noci dedica la quarta puntata di Resadeiconti, la rubrica che rende conto ai cittadini delle politiche industriali regionali.
“Attivando questo intervento – sottolinea Delli Noci – l’obiettivo della Regione Puglia è stato quello di agevolare sì le imprese turistiche, ma a patto di recuperare il patrimonio immobiliare esistente per frenare quel processo di cementificazione che per anni ha alterato ambiente e paesaggio. È stato creato uno strumento che puntasse sul restauro e risanamento conservativo di immobili di interesse artistico e storico-architettonico e di edifici rurali, quali masserie, trulli, torri, fortificazioni di cui la Puglia è ricchissima. Oltre a frenare la cementificazione sono stati risanati e resi nuovamente fruibili pezzi di un patrimonio che si stava irrimediabilmente perdendo. Grazie al Titolo II Capo 6 sono stati salvati dal degrado alcune centinaia di palazzi storici e immobili rurali disseminati in tutta la regione, trasformandoli in strutture ricettive. Ma sono stati movimentati anche investimenti turistici che hanno alimentato un’evoluzione nell’offerta, innalzando il livello qualitativo e garantendo una presenza diffusa e specializzata sull’intero contesto regionale. Insieme con gli investimenti degli hotel, la ricerca di Puglia Sviluppo ha evidenziato infatti il gradimento della misura da parte delle strutture extra-alberghiere. Un boom che ha attratto, anche nel comparto della ricezione, investimenti esteri e da altre regioni italiane. L’ennesima conferma dell’attrattività della nostra regione. In futuro ci muoveremo sullo stesso solco, adesso l’auspicio è che tutte le nostre strutture ricettive, alberghiere e non, possano riaprire presto e in sicurezza”.
La misura Titolo II Capo 6 permette di ampliare, ammodernare e ristrutturare le strutture turistico-alberghiere (inclusi gli alberghi diffusi), ma anche di realizzare o rinnovare stabilimenti balneari e approdi turistici, di creare strutture alberghiere ristrutturando immobili storici. Per farlo agevola investimenti tra 30 mila e 4 milioni di euro per le medie imprese e tra 30mila e 2 milioni per le micro e piccole imprese.
Delle 1.170 domande presentate, sono stati presi in esame per la ricerca espressamente i progetti dedicati alle strutture turistiche alberghiere ed extra-alberghiere. Sono in tutto 805 ed investendo per oltre 450 milioni di euro, hanno ampliato l’offerta turistica fino a creare 3.459 nuove camere (rispetto alle 25.306 già esistenti) con 8.300 posti letto in più (rispetto ai 66.000 già esistenti); hanno migliorato la qualità e il numero dei servizi erogati dalle strutture ricettive (ristoranti, bar, centri benessere, palestre, sale congressi, stabilimenti balneari) che sono diventati 332. E se tra le strutture alberghiere prevalgono i progetti di investimento degli hotel a 4 stelle (180 in tutto), al secondo posto si collocano gli affittacamere (176 progetti) e al terzo i bed & breakfast (166) seguiti dalle case per vacanze (151).
Gestori di B&B, appartamenti, altre residenze turistiche e affittacamere hanno presentato 522 progetti (il 65% del totale), contro i 283 degli hotel ed anche gli investimenti quasi si equivalgono: più di 222 milioni per le strutture extra-alberghiere contro i 228 milioni degli alberghi, categoria che annovera anche i grand hotel, i 5 stelle e i 5 stelle luxury. Mentre gli alberghi grazie alla misura regionale hanno 1.805 camere in più e 4.070 nuovi posti letto, la ricezione extra-alberghiera si è dotata di 1.654 camere in più e di altri 4.230 posti letto.
E sono arrivati investimenti esteri. La Puglia ne ha attratti una serie anche con questa misura agevolativa. Sono 47 i soci stranieri nelle strutture ricettive che hanno investito in Puglia e 24 le imprese con sede legale in altre regioni.
Quanto al recupero degli immobili di pregio storico e architettonico, sono stati restaurati e trasformati in strutture ricettive 229 palazzi di interesse artistico e storico-architettonico e 105 immobili rurali come masserie, trulli, torri, fortificazioni. Questi immobili di pregio, salvati dal degrado e trasformati in strutture turistico-alberghiere mettono a disposizione dei turisti che scelgono la Puglia 1.567 camere e 3.931 posti letto.
Nella divisione provinciale degli investimenti totali svetta la provincia di Lecce al primo posto con 464 richieste, seguita da Bari (300 domande), Taranto (122), Foggia (120), Brindisi (110), Bat (54).
Le storie
Passione, studio, intraprendenza e politiche regionali sono il prequel della storia di Petranima, dimora ottocentesca nella contrada Settarte di Ostuni, in provincia di Brindisi, che prende il nome dai sette maestri d’arte che vi dimorarono secoli fa: un fabbro, un potatore, uno scalpellino, uno zappatore, un pastore, un fornaio e un mietitore. Nel 2018 Giuliana, Nicola, Danila, Anna Maria, Giuseppe e Angelo che hanno in comune le esperienze lavorative nel turismo e gli studi in storia e conservazione artistica, decidono di costituire una società e realizzare un sogno: far rivivere un piccolo borgo fatto di trulli, lamie, casali e persino un trullo saraceno. Titolo II Capo 6 è la misura regionale che può trasformare il sogno in realtà, il resto è opera dei maestri trullari della Valle D’Itria che riportano alla luce l’antica dimora. Vengono ripristinate le volte a stella e a cono, ridistribuiti gli ambienti, realizzati i muretti a secco ed anche una piscina interrata. Così nasce, nel 2020, Petranima, un nuovo B&B, che della Puglia evoca sia la pietra che l’anima.
Palazzo ducale Venturi luxury relais & wellness è il frutto del progetto ambizioso di riportare alla vita un palazzo nobiliare del XVI secolo. L’edificio si trova a Minervino di Lecce ed è dichiarato “di interesse culturale” con importanza storica e artistica. Ha caratteristiche fortilizie e per le linee architettoniche fa pensare al Rinascimento, ma rischia un declino lento e inesorabile. Guardarlo evoca una storia importante, ma rivela anche un potenziale fortissimo. Occorre riportarlo agli antichi splendori. Con la misura regionale il progetto può diventare realtà.
Così il palazzo viene acquistato e ristrutturato sotto la supervisione della Soprintendenza dei Beni Culturali. Sono recuperati gli antichi forni al sale, le volte a stella in pietra leccese e i pavimenti di chianche antiche. Oggi la dimora storica, salvata dai danni del tempo, è un albergo a cinque stelle luxury con due piscine, spa e l’atmosfera di cinque secoli fa.
Dedicato ad una struttura più moderna ma ugualmente da recuperare è il progetto del Grand Hotel Riviera s ul lungomare di Santa Maria al Bagno di Nardò (Le), una località dove la stagione turistica inizia ad aprile e termina in autunno inoltrato. Proprio qui la società “Cdshotels Spa” che possiede diverse strutture ricettive in Italia, decide di investire in un’area in cui non è ancora presente. Grazie alle agevolazioni di Titolo II Capo 6 progetta di riattivare il Grand Hotel Riviera. Presenta il progetto a fine marzo 2015 approfittando immediatamente delle nuove opportunità visto che la misura è stata aperta appena una ventina di giorni prima. L’investimento è importante e altrettanto il lavoro da fare. Occorre ristrutturare l’immobile per renderlo funzionale, adeguarlo alle ultime normative e abbattere le barriere architettoniche. Quel vecchio edificio che negli anni era diventato inutilizzabile, oggi è un albergo a 4 stelle, composto da 98 camere e 300 posti letto, con centro benessere, piscine e lido privato annesso.
L’albergo diffuso La Fiermontina, 5 stelle luxury nel centro storico di Lecce, è un esempio di investimento estero nel turismo. Il progetto appartiene alla società Immobiliare Scipione De Summa, i cui amministratori sono francesi. Discendenti della famiglia Fiermonte, nella struttura, dotata anche di un museo, celebrano la storia della loro famiglia, ma anche la passione per il barocco e l’arte moderna. I tre desiderano ampliare la struttura che si trova nella piazzetta Scipione De Summa. Per farlo hanno bisogno di ristrutturare un immobile adiacente alla struttura principale. Utilizzano le agevolazioni del Titolo II Capo 6 per il recupero funzionale del nuovo edificio. Grazie all’investimento oggi la struttura dispone di 19 camere e 38 posti letto in uno scenario che fonde arte e natura.