Territorio

A Calimera una cerimonia con Don Luigi Ciotti in ricordo di Antonio Montinaro

Sono passati ventinove anni dalla Strage di Capaci e il ricordo di questa terra per Antonio Montinaro, il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Rocco Dicillo e Vito Schifani, resta vivo più che mai. 

Antonio era il caposcorta e aveva scelto di seguire una strada difficile, accanto al magistrato simbolo della lotta antimafia. Conosceva il rischio, ne aveva paura ma era quello il suo percorso di vita. E non si è mai tirato indietro. Come ogni anno ricordare è fondamentale per scavare nella memoria e far riemerge ogni volta la forza per onorare chi, da quell’attentato mafioso, non c’è più, ma che ha lasciato un insegnamento importante: le idee, quelle giuste, devono continuare a camminare sulle gambe di tutti.

Ci sarà Don Luigi Ciotti, lunedì 24 maggio a Calimera. L’associazione Nomeni, per Antonio Montinaro, fondata dalla sorella Matilde, ha organizzato come ogni anno un momento di riflessione e preghiera nella città dove Antonio è nato, cresciuto e diventato l’uomo che amava il suo lavoro. Una cerimonia religiosa presso la Chiesa della Fiducia, alle 19. Accanto a Matilde Montinaro e alla sua famiglia, ci saranno il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il procuratore generale della Repubblica di Lecce Antonio Maruccia, il prefetto di Lecce, Maria Rosa Trio, il questore di Lecce, dirigente superiore della Polizia di Stato Andrea Valentino, l’amministrazione comunale di Calimera, l’ex procuratore capo di Lecce, Cataldo Motta e l’USSM – Tribunale dei Minori di Lecce, il presidente della Provincia di Lecce, Stefano Minerva, una rappresentanza degli studenti dell’Istituto Comprensivo di Calimera-Caprarica-Martignano insieme alla dirigente Piera Ligori.

A celebrare la Santa Messa, insieme al parroco Don Luigi Toma, sarà Don Luigi Ciotti, fortemente legato a questa terra e a Carmela, mamma di Antonio Montinaro. La sua domanda, i giorni successivi alla strage: “Perché il nome di mio figlio non viene mai pronunciato?”, ha segnato per sempre il nostro Paese e ha evidenziato la sua necessità, come quella di tante mamme, padri, figli, di ricordare il nome e il cognome di tutti gli uomini e le donne vittime della mafia. Nacque così, proprio grazie alle parole di Carmela, la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie che l’associazione Libera celebra ogni 21 marzo, il giorno di primavera.