Tutto pronto al Castello Aragonese di Otranto per l’inaugurazione di BANKSY al Castello 2002 2007 prints selection, a cura di Stefano S. Antonelli e Gianluca Marziani da un progetto sul territorio di Lorenzo Madaro. La mostra, prodotta e organizzata da MetaMorfosi Associazione Culturale e MostreLab e promossa dal Comune di Otranto, il 23 giugno inaugura la stagione estiva della città sul mare e riapre finalmente al pubblico i suggestivi spazi espositivi dopo la lunga chiusura imposta dalla pandemia da covid-19.
Si torna con un grande protagonista capace di smuovere le folle e non lasciare mai indifferenti. Le sue opere, forti, dirette, mai banali rimarranno in esposizione fino al 19 settembre 2021 e riusciranno ancora una volta a far discutere e confrontare ogni visitatore su temi fondamentali del nostro vivere comune: la politica, l’ambiente, il sociale.
“Originario di Bristol, nato intorno al 1974, identità nascosta fin da subito, inquadrato nei confini generici della street art, Banksy rappresenta il più grande artista globale del nuovo millennio”, spiegano i curatori della mostra Stefano Antonelli e Gianluca Marziani. “Banksy incarna la miglior evoluzione della Pop Art originaria, il primo ad aver connesso le radici del pop, la cultura hip hop, il graffitismo anni Ottanta e i nuovi approcci del tempo digitale”.
In mostra le serigrafie originali che hanno decretato il successo planetario di un artista tra i più complessi, geniali e intuitivi del nostro secolo. Come già annunciato, la mostra propone due star d’eccezione: le due vere e proprie icone della produzione dell’artista britannico, Girl with Balloon, serigrafia su carta del 2004-05, e Love is in the Air, lo stencil che raffigura un giovane che lancia un mazzo di fiori.
Nella selezione di opere in mostra, ci saranno altri tasselli fondamentali per avvicinarsi e penetrare l’immaginario creativo di Banksy. Tra questi, con tutti i suoi rimandi all’iconografia del Rinascimento reinterpretata secondo la tecnica del “détournement” che ne mette in crisi il significato classico, è sicuramente la Virgin Mary, conosciuta anche come Toxic Mary, una serigrafia su carta del 2003 che, secondo alcuni, rappresenta una dura critica di Banksy al ruolo della Religione nella Storia. C’è poi la serie dei ratti, animali metropolitani tra i più iconici per l’artista britannico (Get Out While You Can, Gansta Rat Love) realizzati con spray e acrilici su compensato dopo il 2000.
“Un nucleo di messaggi immediati che, affrontando i temi del capitalismo, della guerra e del controllo sociale, mette in scena le contraddizioni e i paradossi del nostro tempo”, spiegano ancora i curatori. “Per la prima volta una mostra esamina e analizza le immagini originali di Banksy all’interno di un quadro semantico esaustivo che ne veicoli origini, riferimenti, relazioni tra gli elementi, implicazioni e piani di pertinenza”.
Si continua con la serigrafia Barcode (2004), la prima immagine in cui Banksy utilizza il codice a barre, che poi sfrutterà in altre opere; Laughnow (2003), con uno dei soggetti ricorrenti, la scimmia, usata per testimoniare l’arroganza dell’uomo nei confronti di altre specie viventi; che ritorna in Monkey Queen (2003), la regina Elisabetta II con il volto da scimmia, apparsa per la prima volta dipinta a stencil sul finestrone centrale del Chill Out Zone, un club londinese.
Secondo Pietro Folena, presidente di MetaMorfosi che produce e organizza l’evento, “Banksy al Castello è una felice combinazione. Uno dei luoghi più magici della Puglia e del Mediterraneo viene occupato con questo progetto di MetaMorfosi dalle opere universali del grande artista anonimo di Bristol. Le opere di Banksy amano questi contrasti”.