C’è tempo fino a lunedì 19 luglio per partecipare alle due sezioni del contest di Agorà Design, Festival Biennale che celebra creatività e design, uno spazio per la circolazione di idee sui temi culturali e sociali legati all’architettura, che torna a Martano, nel cuore della Grecìa Salentina, dal 30 settembre al 3 ottobre. Ideata dall’omonima associazione culturale diretta da Lucia Rescio e supportata da Sprech e altre realtà pubbliche e private, la manifestazione nasce nel 1996 per promuovere l’incontro tra generazioni e culture diverse, divenendo luogo di incontro per una comunità nomade di progettisti, creativi e imprenditori provenienti da tutta Italia e non solo.
Da 25 anni la Puglia chiama e il resto del mondo risponde, infatti, grazie a un concorso aperto, nato per far emergere risorse e nuovi talenti, promuovere il dialogo tra creativi e aziende, dare la possibilità di trasformare le idee in prototipi distribuiti in tutto il mondo con il supporto di Sprech. Un concorso aperto a designer, professionisti o studenti, senza limiti di età e di provenienza, capaci di realizzare progetti inediti e originali, caratterizzati da funzionalità ed eco sostenibilità, che descrivano modi d’uso particolari e applicazioni innovative dei materiali, come il riutilizzo del legno degli ulivi pugliesi distrutti dalla xylella. Agorà Design punta a una “eco community” di progettisti in grado di rispondere alle esigenze della vita urbana, senza rinunciare alla bellezza e alla creatività. Partendo dal tema “L’attimo del progetto. Visioni romantiche e narrazioni del profondo legame tra progettista e progetto” sono due le sezioni previste: Agorà Living, dedicata agli arredi per interni, e Agorà Garden, riservata all’outdoor e suddivisa in strutture tessili e arredi per esterni. Lo spunto di riflessione ruota intorno all’eureka, a quell’istante che gli anglosassoni chiamano insight, lampo di genio, o come lo definisce Ophra Winfrey, l’Aha! moment. La scintilla che dall’idea porta al progetto e poi alla sua realizzazione (info e bando sul sito agoradesign.it).
Il momento clou di questa edizione sarà, dunque, a Martano dal 30 settembre al 3 ottobre, quando i più giovani, grazie a un ricco programma di conferenze e workshop tematici, avranno l’opportunità di confrontarsi con i grandi nomi dell’architettura e del design contemporaneo, come Ludovica Serafini e Roberto Palomba (fondatori dello studio milanese Palomba Serafini Associati), Francesco Pagliari (critico d’architettura e d’arte, redattore per The Plan), Walter Mariotti (direttore editoriale di Domus), Patrizia Catalano (architetto e giornalista, consulente di Interni), Kiasmo (brand salentino dei pugliesi Vincenzo d’Alba e Francesco Maggiore). Tanti e prestigiosi i nomi nelle scorse edizioni, tra cui Stefano Boeri (architetto dell’omonimo studio milanese con sedi a Shanghai e Tirana), Benedetta Tagliabue (direttore dello studio Miralles Tagliabue EMBT con sedi a Barcellona, Shanghai e Parigi), Novella Cappelletti (direttore di Paysage), Marco Rainò (architetto e redattore di Icon Design), Florinda Saieva (Farm Cultural Park).
“Per una biodiversità progettuale: identità, corpo, colore, luce, materiali, crisi, nomadismo” – leitmotiv del Festival – riassume tutti i temi al centro dei tanti incontri, talk, lectio magistralis, live performance aperti a tutti. Non solo approfondimenti teorici, ma anche workshop, con un occhio di riguardo anche per i giovanissimi. La premiazione avverrà nel corso della quattro giorni finale, quando oltre ai premi in denaro riconosciuti ai vincitori delle sezioni di concorso, a tutti i partecipanti sarà offerta la possibilità di esporre e trasformare il progetto in prodotto, grazie all’azienda Sprech, che si impegna a realizzare dei prototipi da inserire nel proprio catalogo commerciale: opportunità che non ha eguali in Italia nell’ambito dei concorsi di architettura e design.
«La traccia che guida l’edizione 2021 ruota intorno alla necessità di ‘biodiversità progettuale’ per affrontare le urgenze del vivere e della produzione contemporanea», sottolinea Lucia Rescio, presidente dell’associazione Agorà Design e GM della Sprech. «Avendo come obiettivo l’attivazione di visioni olistiche che siano in grado di connettere la sfera della progettazione e di natura, nei tre giorni di talk i relatori sono invitati a esplorare le connessioni possibili tra identità, corpo e spazio costruito nel campo dell’architettura, con una riflessione che abbraccia anche le scale di grandezza. Inoltre la manifestazione si chiede: negli spazi di architettura, complice la crisi pandemica che sta attraversando il pianeta, che ruolo hanno svolto i materiali, la luce e il colore nella ridefinizione degli standard di vita? E mentre lo scenario della crisi sanitaria sembra volgere alla sua conclusione, se ne apre un altro: quello della carenza mondiale delle materie prime. In questa velocità come rispondono architettura e design al cambiamento? Diaspora e nomadismo sono strade possibili?».