Territorio

Emiliano interviene alla presentazione di MedTec, il nuovo corso di laurea in Medicina e Chirurgia a orientamento tecnologico dell’Università del Salento

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, è intervenuto questa mattina alla presentazione pubblica di MedTec, il nuovo corso di laurea in Medicina e Chirurgia a orientamento tecnologico dell’Università del Salento.

 

Il rettore Fabio Pollice e il presidente Emiliano hanno aperto i lavori, organizzati nel centro congressi del complesso Ecotekne di Lecce, dell’incontro di presentazione del corso che sarà avviato il prossimo settembre nell’Ateneo salentino. Ha partecipato anche il rettore dell’Humanitas University Marco Montorsi. La presentazione del corso è stata affidata a Pietro Alifano per l’area Med e Alessandro Sannino per l’area Tec.

 

“La Puglia – ha detto Emiliano – conquista, grazie all’Università del Salento di Lecce, un grande corso di laurea in Medicina con riferimento alle scienze biomediche. Formeremo medici con capacità ingegneristiche, avremo la capacità di prevedere l’evoluzione della scienza medica.

Sono veramente emozionato per l’importanza della giornata dedicata alla presentazione ufficiale del nuovo corso di laurea e sono emozionato anche per la qualità della squadra, per l’unità di intenti e di azioni che abbiamo messo in campo, abbattendo campanili, egoismi, declinando tutti i verbi alla prima persona plurale e non alla prima persona singolare. La Puglia fino a 15 anni fa erigeva muretti, e non solo per tutelare il paesaggio, ma anche per stabilire continuamente i confini e invece grazie alla lungimiranza di una comunità che ha cominciato a ragionare diversamente, stiamo abbattendo queste distanze e stiamo costruendo il successo del modello pugliese che non è solo, nonostante la loro importanza, turismo, pizzica, mare pulitissimo, legalità, trasparenza dei processi, ma vogliamo inseguire la modernità, se possibile saltando qualche errore fatto da altri e accelerando, dove è possibile, collaborando e liberando le strade dei tanti giovani che si sono impegnati in questo percorso in modo tale da non creare loro ostacoli.

 

Noi abbiamo il dovere di dare il nostro contributo. Siamo in piena transizione epidemiologica e dobbiamo ragionare diversamente rispetto al passato. Questa situazione ha spazzato via i convincimenti dei burocrati. Come in un dopoguerra, ci sta costringendo a costruire una comunità scientifica nazionale collegata all’industria dove gli scienziati hanno una consapevolezza dei processi di innovazione, dei processi industriali.

 

Siamo stati in grado di far cambiare alcuni convincimenti in materia ambientale, industriale. Adesso stiamo facendo un passo determinante perché senza la formazione, senza innovazione è impossibile far riprendere all’Italia il ruolo che le spetta nella comunità internazionale. Quindi, abbiamo davanti l’invecchiamento generale della popolazione ma anche il desiderio di far crescere la volontà di riprodursi delle persone in modo positivo, con dei progetti. Abbiamo molte persone colpite da malattie cronico degenerative, aumentano i disturbi dell’età pediatrica e le malattie rare, ci sono sforzi in tema di salute pubblica che finalmente superano i confini del Dm 70.

 

Nel giro di pochissimi mesi la Puglia, con la fortunata coincidenza di tante università pubbliche e private, ha dato vita a nuovi corsi di laurea in Medicina, ognuno con delle caratteristiche diverse.

 

C’è stata anche la capacità di non far sentire nessuno minacciato da questo progetto, come poteva accadere qualche anno fa, e di comprendere che questa è un’opportunità per tutta l’Università pugliese. L’Università di Puglia mi permetterei di declinarla, ovviamente con le identità, le tradizioni e le grandi peculiarità di ciascuna, come un tutt’uno, senza distinzione nei percorsi, soprattutto in sanità tra pubblico e privato, dove il pubblico fa la sua parte, pone l’agenda e chiede all’intera comunità, anche alla sanità privata, di potersi fare interprete di un sistema che da oggi sarà fatto di quattro università pubbliche e un’università privata, di sei istituti di formazione tecnica.

 

Abbiamo l’idea che l’Università del Salento possa diventare qualche cosa di straordinario nel futuro della medicina. Medici chirurghi con competenze tecnologiche e di metodo in ingegneria biomedica sono sicuramente una emulazione, come abbiamo riconosciuto, ma c’è anche il desiderio di superare e migliorare quel modello in una competizione cooperativa che deve legare questa impresa che Humanitas ha realizzato nel tempo. E la Regione sta investendo nel suo piccolo oltre 80 milioni di euro. Il MedTec disegnerà il nuovo volto dei medici di domani e soprattutto abbiamo l’obiettivo di formare una figura professionale che oltre a essere in grado di fare il medico chirurgo sia in grado di applicare le soluzioni tecnologiche a supporto soprattutto dell’invecchiamento e delle emergenze sanitarie. MedTec integra il percorso di una laurea tradizionale, con un percorso aggiuntivo che sono focalizzati su elementi tecnologici che l’Università di Lecce già vive.

 

Fra dieci anni un chirurgo, ma già oggi accade, non entrerà più direttamente in una sala operatoria, dovrà controllare robot da remoto. Noi siamo leader in molti settori tecnologici legati all’automazione, quindi non si comprendeva per quale motivo non dovessimo entrare in questi percorsi.

 

La scelta di investire in questi percorsi è anche una scelta meridionale, lo dico cercando di essere meno provinciale possibile. Ci teniamo che il Sud abbia le stesse possibilità, anche perché abbiamo distretti informatici, diagnostici che ci portano ad avere in questo settore 1.200 imprese, quasi 3.000 occupati, 912 milioni di euro di export. Questa forte spinta nella ricerca industriale ha indotto tutti noi a proseguire su questa strada.

 

Questo programma non è l’unica cosa che abbiamo realizzato perché a valle di questo grande investimento ci sono le misure regionali come TecnoNidi, contratti di programma, i programmi integrati di agevolazione che hanno garantito uno sviluppo importante del settore biomedicale e delle lifescience e quindi mi auguro che questi progetti, che sono altri 30 milioni di euro finanziati oltre gli 80 già citati, possano completare l’insieme di un’azione che è sicuramente fondata sulla formazione ma che ha prospettive industriali e di attrazione generale sul nostro territorio di qualunque tipo di iniziativa, scientifica o industriale, che possa contribuire alla nostra uscita in modo positivo dalla questione meridionale, non più con cappello in mano. Sapremo dare valore ai finanziamenti europei, come utilizzarli e dare valore al PNRR, sappiamo come restituire all’Italia tutte le opportunità ci consentirà di cogliere per trasformare il nostro territorio e per dare all’Europa e al Paese quella gloria che oggi non si conquista più per fortuna sui campi di battaglia, ma in laboratori di università, nella capacità che abbiamo di comprendere il mondo, di declinarlo, riaprire le nostre università agli studenti da ogni parte del mondo.

 

Noi ci siamo, la Regione Puglia c’è e ci sarà sempre. In bocca al lupo all’Università del Salento, in bocca al lupo a questa magnifica squadra”.