Dopo una settimana di laboratori per adulti e piccoli, sabato 23 e domenica 24 ottobre appuntamento da non perdere a Lecce con l’undicesima edizione del Barbonaggio Teatrale Collettivo. Il progetto artistico è promosso da Nasca Teatri di Terra, compagnia salentina fondata e diretta dall’attore e regista Ippolito Chiarello, con il sostegno della Regione Puglia, tramite il Teatro Pubblico Pugliese, nella programmazione Custodiamo la cultura in Puglia, con il patrocinio del Comune di Lecce e dall’Associazione Nazionale Critici di Teatro e in collaborazione con Polo Biblio-Museale di Lecce, Storie Cucite a mano, selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, Arci Solidarietà Lecce Cooperativa Sociale, la Parrocchia San Giovanni Battista e Martinucci.
Sabato 23 ottobre al Convento dei Teatini dalle 18 appuntamento con l’assemblea pubblica “Il teatro, bene primario“, un’occasione per discutere assieme del ruolo degli artisti nella società, del valore provocatorio dell’arte e delle azioni che sono state messe in atto nel periodo pandemico a partire dall’esperienza delle USCA e del Barbonaggio Delivery. Dalle 20 alle 23 (ingresso a gruppi ogni 45 minuti), con un percorso guidato all’interno del chiostro, il Barbonaggio Teatrale Collettivo ospiterà Cristina Carlà (slam poetry), Barbara Toma (coreografa e danzatrice), Giuseppe Semeraro (attore, regista e scrittore-poeta – Compagnia Principio Attivo), Sara Bevilacqua (attrice – Compagnia Meridiani Perduti), Luana Locorotondo (attrice e autrice, barbona teatrale a tempo pieno), Walter Prete (attore e autore – Compagnia Alibi), Silvia Lodi (attrice – Compagnia Principio Attivo), Sara Gagliarducci (attrice e clown), Italia Aiuola (attrice), Daria Falco e Bruno Galeone (duo voce e fisarmonica), Silvia Borrello (attrice – clown) e Nandu Popu (Sud Sound System).
Domenica 24 ottobre dalle 17 alle 19 alla Trax Road, parco urbano tra le due zone 167, lungo Viale della Libertà, collegamento della città con la marina di San Cataldo, il secondo Barbonaggio teatrale collettivo sul tema “Ti racconto un sogno” con l’esibizione dei partecipanti ai due laboratori, così da collegare il centro cittadino e la periferia con un filo invisibile. «La notizia più bella ed emozionante è che Alberto Orlando, quel bambino protagonista della foto simbolo del Barbonaggio teatrale, che nel 2019 ho voluto ritrovare e che ho incontrato in diretta televisiva durante “I fatti Vostri” su Rai Due, oggi, a 14 anni, sta partecipando al laboratorio teatrale sul barbonaggio e il 24 ottobre sarà sul palchetto a raccontare una sua storia». Il pubblico durante le due serate conclusive potrà scegliere quale pezzo ascoltare, “attivando” gli attori e le attrici che saranno distribuiti su piccoli palchetti. Attraverso una festa diffusa del teatro si vuole ricordare che ogni artista è un lavoratore e che il teatro è un atto politico in quanto fondante della vita di ogni polis.
Il “Barbonaggio Teatrale Collettivo” è una forma di teatro diffuso che abbraccia le comunità e diviene strumento di incontro reale, confronto e dialogo, al fine di suggerire una presa di coscienza rispetto al sistema teatrale per innovarlo dall’interno. È un modo per fare pubblicità al teatro. Ridare dignità a un mestiere, abituare le persone a dare un valore alla poesia, alle parole, alla scrittura, a sentirne veramente la necessità, il bisogno. Mai come in questo tempo è necessario ricreare una relazione sentimentale con i pubblici, dopo la brusca interruzione dovuta al lockdown e alle varie restrizioni da Covid19. Proprio in questo periodo difficile Ippolito Chiarello ha cominciato a portare sotto i balconi leccesi e di tutto lo stivale, il suo Barbonaggio Teatrale Delivery, un modo per continuare a fare teatro dal vivo, anche durante il periodo più complicato per i lavoratori dello spettacolo e non solo. Così come i rider portano il cibo a domicilio in tutta la città, Ippolito Chiarello – zaino in spalla e bicicletta – per molti mesi ha portato il teatro sotto le finestre, davanti ai condomini e le case; in cartellone due ricchi menu, per adulti e per bambini, con brani di spettacoli tratti dal suo vasto repertorio. Il progetto ha ottenuto una grande attenzione da parte di tutti gli organi di comunicazione, non solo italiani, e ha innestato una virtuosa risposta anche dalle istituzioni nazionali, teatrali e non, che in diverse regioni hanno finanziato gli artisti che si erano uniti alla rete USCA – Unità Speciali di Continuità Artistica, sempre fondata da Chiarello, che si sono diffuse anche in Francia e in Brasile. Del Barbonaggio Teatrale Delivery hanno parlato, tra le altre testate, Radio Deejay, Radio Montecarlo, Radio24, Radio popolare, Radio Capital, Radionews24, Radio3, la Repubblica e D di Repubblica, Corriere della Sera, Il Sole 24 ore, TG3, Mi manda Rai3, TV2000, Tg1, Tv8, SkyArte, Millionarie e all’estero anche la RSI – Radiotelevisione della Svizzera italiana e alcuni magazine giapponesi.
«Era il pomeriggio del 28 agosto 2009», racconta Ippolito Chiarello, «e con assoluta incoscienza stendevo a terra un tappeto, piazzavo un lume e un gradino di legno nero e dorato, infilavo il mio inseparabile impermeabile e tra gli sguardi increduli dei miei colleghi e del pubblico della strada, vendevo il mio primo pezzo di spettacolo con questa modalità, che chiamai barbonaggio teatrale. Con la stessa incoscienza, con caparbietà e molta fatica ho realizzato in questi 12 anni la mia utopia: fare ogni giorno il mio lavoro, viverci e avere pubblico che mi ascolti». Nato dal disagio e da un moto di rifiuto per un sistema teatrale chiuso in se stesso, spesso autoreferenziale e legato a logiche di mercato, il Barbonaggio Teatrale è un modo per ripensare il teatro nei suoi processi di scrittura, produzione e distribuzione. Un’esperienza che si è ramificata e arricchita nel tempo, moltiplicandosi con articolazioni inaspettate, una maniera per uscire dai luoghi deputati della cultura e ritornare alle origini di un’arte pubblica e politica, con un diretto contatto col pubblico, ripartendo dalla strada, dalla piazza, dall’idea di agorà. Una modalità oggi riconosciuta anche dalla critica (segnalazione al premio Rete Critica e al Premio UBU nel 2014) e che, dopo quasi 300 città in Italia, tappe a Barcellona, Madrid, Parigi, Nantes, Londra e Berlino, passando dal palco dei Negramaro, è approdata anche in Canada nell’autunno 2016.