Eventi

L'”Emeroteca Storica Salentina”: Il “tesoro culturale” di Nicola Bernardini e Teodoro Pellegrino

L’”Emeroteca Storica Salentina” è, certamente, uno dei fondi più importanti e pregiati della Biblioteca “Nicola Bernardini” di Lecce. Una collezione di giornali e riviste di enorme valore, praticamente unica nel panorama bibliotecario nazionale: raccoglie, infatti, in larga parte, i periodici salentini che venivano pubblicati nel periodo immediatamente successivo all’Unità d’Italia, partendo dal “Cittadino Leccese” che fu dato alle stampe già nel 1861. Lo sviluppo e l’incremento dell’Emeroteca lo si deve, soprattutto, alla passione di Nicola Bernardini, collezionista, giornalista, storico, nonché direttore della Biblioteca leccese dal 1902 al 1928. La storica istituzione culturale salentina, a lui intitolata, fu fondata nel 1863 e, attualmente, trova la sua sede presso il Convitto “G. Palmieri”, in p.tta G. Carducci.
La Biblioteca, da sempre, ha svolto le sue funzioni nella prospettiva di specializzarsi nel settore degli studi salentini: in quest’orizzonte, fu fondamentale anche l’opera di Teodoro Pellegrino, storico e, a sua volta, direttore dal 1935 al 1973. Sia Bernardini che Pellegrino furono anche valenti giornalisti: ne consegue, quindi, la loro particolare sensibilità nei confronti della cura e dello sviluppo delle collezioni conservate nell’”Emeroteca Storica”. Nicola Bernardini percorse anche una brillante carriera di avvocato; come giornalista, fu alla direzione del “Corriere Meridionale” dal 1890, che lasciò sei anni dopo per fondare “La Provincia di Lecce”. Fu, inoltre, un appassionato e rigoroso collezionista di esemplari di giornali da tutto il mondo, oltre che dei periodici stampati nel nostro territorio.
Il Bernardini, attivo anche sulla scena politica locale, fu consigliere comunale e provinciale, oltreché componente della “Commissione Archeologica di Terra d’Otranto” e socio della “Società Bibliografica Italiana”. Tra le sue molte pubblicazioni, di rilevante importanza il volume “Giornali e Giornalisti Leccesi”, pubblicato nel 1886, e la “Guida alla stampa periodica italiana”, data alle stampe nel 1890. Scrisse anche un importante saggio sulle origini della stampa nel Salento, oltre a diversi studi di storia locale. Fu, inoltre, attivo redattore dell’”Archivio Salentino” e della “Rivista Storica Salentina”.
Le raccolte dei giornali conservate nell’”Emeroteca Storica Salentina”, nel corso degli anni, sono state oggetto di diversi interventi di restauro, come, ad esempio, quello compiuto dal Laboratorio “A. Pandimiglio” di Viterbo, che ha riguardato il “Corriere Meridionale” (1890-1927), la “Voce del Sud” (1954-1979) e la “Tribuna del Salento” (1959-1979).
La rilevanza dell’”Emeroteca Storica Salentina” sancisce il ruolo centrale e fondamentale che la Biblioteca “N. Bernardini” riveste nel contesto culturale del nostro territorio. E questo ruolo può essere considerato come il frutto prezioso di più di centocinquant’anni di paziente lavoro di collezione, restauro e riordino, compiuto da molte generazioni di bibliotecari salentini. Da alcuni mesi, la possibilità di utilizzo e consultazione dell’”Emeroteca Storica Salentina”, nonché la cura e la sistemazione, sono state affidate a Gabriele De Blasi, da più di trent’anni bibliotecario della “Bernardini”: «E’ proprio grazie alle nostre raccolte di giornali, che gli studiosi, gli appassionati o, anche, i semplici curiosi potranno “rivivere” i grandi eventi storici degli ultimi centosessanta anni: in fondo, i nostri giornali raccontavano “in diretta” quei fatti che, poi, sarebbero finiti sui libri di storia». L’”Emeroteca Storica Salentina” resta a disposizione del pubblico dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 13.30.
Come tiene a sottolineare Gabriele De Blasi, «nella nostra Emeroteca possiamo ben dire che “rivivano” alcuni personaggi importanti della storia della nostra città, forse non sufficientemente conosciuti»; tra questi, Emilia Bernardini Macor, nata a Lecce nel 1865, sebbene di origini piemontesi e venete; il padre, malvisto dagli austriaci, era stato costretto all’esilio: valente ingegnere, si era, però, realizzato professionalmente, firmando importanti progetti in Romania, Siria e Turchia. «La figura di Emilia Macor», ricorda Gabriele De Blasi, «è stata oggetto di numerosi contributi della studiosa salentina Annalisa Pellegrino (Annalisa Pellegrino, “Emilia Bernardini Macor, cronista di moda e di costume”, Mario Congedo Editore, 2006, ndr), che, in più occasioni, ne ha tratteggiato la figura e la personalità». Nel 1887 sposò proprio Nicola Bernardini, che la coinvolse nelle sue esperienze giornalistiche, prima al “Corriere Meridionale” e, poi, alla “Provincia di Lecce”. Di quest’ultimo giornale, non fu solo redattrice, ma anche amministratrice, in un periodo, peraltro, in cui la testata fu fatta oggetto di violenti attacchi di natura politica.
«Emilia Macor scrisse articoli finché visse, dunque fino al 1926», rammenta De Blasi, «delineando una figura di donna che non dovesse essere soltanto quella di “madre” e “moglie ». Per Emilia, infatti, la donna doveva essere una persona istruita, proprio come lei, e doveva porsi in confronto con l’universo maschile. «Il contributo di Emilia Macor è anche quello di aver portato, nella società salentina, i codici di comportamento borghesi, vera novità per le dame leccesi». Una figura di donna estremamente importante per la storia della nostra città, le cui vicende, attraverso i suoi scritti, rivivono proprio nelle pagine conservate nell’”Emeroteca Storica Salentina”.