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UNA LEGGE SUI LUOGHI DELLO SPETTACOLO

Lunedì 10 gennaio alle 16 in streaming sul canale Twitch di Rockit si terrà un incontro promosso da Distretto Produttivo Puglia CreativaLa Musica Che Gira e Officina degli Esordi, per discutere della proposta di legge, presentata in Parlamento da Matteo Orfini, che contiene le disposizioni per la promozione, il sostegno e il riconoscimento di luoghi e spazi della cultura, della creatività e delle arti performative. All’appuntamento, moderato da Manuela Martignano (La Musica Che Gira, coordinamento composto da lavoratori, artisti, imprenditori e professionisti della musica e dello spettacolo), oltre al deputato del Partito Democratico interverranno Antonio Decaro (presidente Anci – Associazione Nazionale Comuni Italiani),  Emmanuele Curti (Lo stato dei luoghi, Rete nazionale di attivatori di luoghi e spazi rigenerati a base culturale), Cesare Liaci (presidente della Cooperativa Coolclub e vicepresidente del Distretto Produttivo Puglia Creativa, network a servizio delle imprese culturali e creative pugliesi, nato in risposta alla Legge Regionale 23/2007), Annarita Masullo (coordinamento La Musica Che Gira e Co-Founder The Goodness Factory) e Carlo Testini (coordinatore nazionale politiche culturali Arci).

La crisi causata dal Covid ha evidenziato le fragilità strutturali di un settore normato poco e male, regolato da leggi vecchie e inefficaci. Il dibattito, animato dagli operatori del settore durante la pandemia ha portato il deputato Matteo Orfini a depositare il 13 luglio una proposta di legge frutto del confronto con moltissimi addetti ai lavori. All’alba di nuove chiusure, risulta oggi vitale riparlare di ristori e sollecitare l’iter parlamentare di una legge che tutela e promuove live club, teatri di prossimità e di quartiere e spazi culturali ibridi, luoghi che tutti i giorni determinano concrete possibilità sociali, economiche e culturali per città, periferie e province. Luoghi che presidiano con la Cultura il territorio nazionale, capillarmente diffusi, attivatori preziosi di comunità fuori dalle grandi istituzioni culturali nazionali eppure così determinanti. Dalle artiste e gli artisti che oggi calcano i più importanti palchi nazionali, e hanno iniziato le loro carriere proprio in questi spazi, all’occupazione generata dall’impiego di lavoratrici e lavoratori, passando dall’innovazione e dalle opportunità sociali, educative e culturali per le comunità di prossimità. Gli spazi culturali sono un asset strategico per un paese come l’Italia, è arrivato il momento che sia una legge a riconoscere questi principi e a tutelarli. Nessuna ripartenza sarà mai reale ed effettiva senza una riforma complessiva del sistema creativo e culturale.

La proposta di legge in breve
Oggi i luoghi e gli spazi che nei territori promuovono l’accesso e la fruizione delle produzioni creative, artistiche e culturali contemporanee e innovative (Live Club, Piccoli teatri, Centri culturali ibridi) assolvendo una importantissima funzione di coinvolgimento, contribuendo a fornire occasioni di accesso e di consumo culturale e di promozione e diffusione delle produzioni, sono privi di un riconoscimento giuridico del loro ruolo nel (e per) il sistema creativo e culturale. La parte pubblica non individua in alcun modo il rilievo che queste realtà esprimono concretamente per la promozione e la diffusione culturale, a monte e a valle del sistema, riconducendole, se non relegandole, ad attività orientate al mero intrattenimento, senza perciò prevedere interventi e misure per il loro sostegno che siano organici, strutturali e orientati alla natura e alle finalità che costituiscono il reale core delle attività di questi organismi. La proposta di legge a firma Matteo Orfini parte dal riconoscimento da parte pubblica della funzione culturale di luoghi e spazi della cultura come i Live Club, i Piccoli Teatri di prossimità e di quartiere e dei Centri Culturali ibridi di prossimità, un riconoscimento che è alla base dei meccanismi di sostegno e sviluppo che vengono stabiliti per legge e per accedere ai quali è richiesto alle imprese e agli organismi del Terzo Settore di iscriversi negli elenchi riguardanti ciascuna delle tre tipologie di attività svolte. All’iscrizione negli elenchi consegue l’accesso ai benefici e agli strumenti di sostegno pubblici previsti e cioè: l’esenzione dall’imposta sugli intrattenimenti; il credito di imposta (40%) per i costi e le spese per la realizzazione di nuovi spazi, luoghi o sale o per il loro ripristino di spazi, luoghi o sale inattivi, indipendentemente dall’appartenenza pubblica o privata dei luoghi e degli spazi, e per la ristrutturazione, l’adeguamento strutturale e tecnologico, l’installazione, la ristrutturazione, il rinnovo di impianti, apparecchiature, arredi e servizi accessori; il credito di imposta (50%) per i costi annui degli affitti dei canoni dovuti per la locazione, la concessione, la conduzione o la gestione dei luoghi, spazi o sale destinati alle proprie attività; il credito di imposta (65%) sulle sponsorizzazioni riguardanti la realizzazione e la promozione di manifestazioni, eventi, spettacoli, rappresentazioni; il riconoscimento anche da parte di regioni, province autonome e enti locali della natura culturale delle attività svolte e dunque la possibilità di stabilire tariffe agevolate per i tributi locali; l’armonizzazione, con riduzione omogenea al 10%, dell’aliquota IVA, applicabile anche alla cessione di beni e servizi per gli allestimenti tecnici, la messa in scena, l’organizzazione e la realizzazione di spettacoli; il credito di imposta (65%) per le erogazioni liberali agli ETS per il sostegno dei progetti e delle attività artistiche, culturali e creative per la programmazione, messa in scena, allestimento di spettacoli, rappresentazioni, esibizioni dal vivo; il finanziamento diretto di progetti che riguardano la progettazione, la realizzazione, la messa in scena di specifici programmi creativi, culturali e artistici. Inoltre, per gli ETS che svolgono attività di Live Club, Piccolo Teatro di Prossimità o di quartiere o Centro culturale ibrido di prossimità, le pubbliche amministrazioni possono prevedere procedure semplificate ed agevolate per l’affidamento o la concessione di spazi o immobili di propria appartenenza attuando in questi casi le norme sulla  co-progettazione e la co-programmazione previste dall’articolo 55 del Codice del Terzo Settore.