Piogge e nevicate degli ultimi due giorni hanno portato alla Diga di Occhito circa 9,6 milioni di metri cubi d’acqua: il 25 febbraio, infatti, l’invaso conteneva 156.308.660 metri cubi di riserva idrica, oggi 28 febbraio è salito a 165.933.620. Eppure, rispetto allo stesso giorno dello scorso anno, il lago artificiale al confine col Molise contiene comunque 18 milioni di metri cubi in meno. Complessivamente, le dighe gestite dal Consorzio di Bonifica della Capitanata in tre giorni hanno incrementato le loro riserve idriche di circa 12.500.000 metri cubi, ma il deficit totale rispetto allo stesso periodo del 2021 registra ancora un ammanco di 38milioni di metri cubi d’acqua. Le precipitazioni degli ultimi giorni hanno portato incrementi non solo sulla Diga di Occhito, ma anche nelle dighe di Capaccio sul Celone (+2,1 milioni di mc), San Pietro sull’Osento (+400mila mc) e Marana Capacciotti (+500mila mc). Tutti gli invasi menzionati, tuttavia, rispetto al 28 febbraio 2021, contengono minori riserve idriche: il lago artificiale di Occhito è sotto di 18milioni di mc; Capaccio sul Celone registra un meno 4 milioni; mancano 8 milioni di mc d’acqua, inoltre, sia a San Pietro sull’Osento che a Marana Capacciotti. Come per la questione energetica, anche per il problema relativo all’acqua, e nello specifico alla risorsa idrica necessaria all’agricoltura, da molti anni si segnala la necessità di nuovi investimenti in infrastrutture e tecnologie capaci di soddisfare appieno il fabbisogno irriguo. Un problema comune a tutta la Puglia, ma più pressante soprattutto nelle province meridionali, quasi del tutto dipendenti dall’acqua della Basilicata. Gli effetti della lunga siccità degli ultimi mesi presenteranno il conto tra poche settimane. CIA Agricoltori Italiani della Puglia chiede da tempo un piano di interventi per l’autosufficienza idrico-irrigua della Puglia, per garantire agli agricoltori pugliesi l’acqua necessaria per le diverse colture e per ridurre gli sprechi che compromettono il già insufficiente apporto di acqua.
CIA Puglia ritiene che non sia più rinviabile la realizzazione di invasi e nuove infrastrutture che migliorino l’apporto idrico a disposizione dell’agricoltura regionale, oggi fortemente condizionato da un insufficiente e arcaico sistema di emungimento dai pozzi e, in gran parte della regione, da una forte dipendenza dalle regioni limitrofe.
CIA Puglia chiede che siano potenziati gli impianti di depurazione per l’uso irriguo delle acque di recupero e il finanziamento di sistemi dotati di innovative tecnologie di irrigazione che ottimizzino la fornitura idrica.
È necessario potenziare le infrastrutture già esistenti, per renderle in grado di ridurre gli sprechi e recuperare quanta più acqua possibile. Si deve, infine, investire sull’innovazione tecnologica, in modo da assicurare sempre più il risparmio idrico, rendere più efficienti gli impianti e garantire agli agricoltori il necessario apporto idrico a prezzi equi e sostenibili.