Condanna dell’aggressione militare della Russia contro uno Stato indipendente e sovrano e piena solidarietà al popolo ucraino, con il riconoscimento, in particolare, alle donne volontarie, dottoresse, donne combattenti, madri nei rifugi improvvisati, che fanno parte della resistenza ucraina. Questo il messaggio unitario partito oggi dall’aula consiliare di Palazzo dei Celestini.
Il Consiglio provinciale di Lecce, riunitosi oggi per una seduta monotematica, ha infatti approvato all’unanimità l’ordine del giorno sulla crisi tra Russia e Ucraina.
“Bisogna mettere in campo tutte le iniziative di solidarietà e di accoglienza utili in questo momento storico. La pace è un valore così fragile e le istituzioni hanno il dovere di preservarla, nonostante conflitti come questo ci dimostrino quanto la politica sia cieca e indifferente”, sono state le accorate parole del presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva, in apertura dei lavori.
“L’impegno della Provincia di Lecce per la pace ed il dialogo tra i popoli è stata una costante nel corso del tempo” è tra le premesse dell’ordine del giorno approvato, in cui si ricostruisce quanto avvenuto a partire dal 21 febbraio, quando il presidente della Federazione russa Vladimir Putin ha definito l’esistenza dell’Ucraina come “una finzione” e ha annunciato il riconoscimento dell’indipendenza delle sue autoproclamatesi Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, per arrivare al susseguirsi di una seri di “azioni di violenza cieca e di sopruso inaccettabili, che devono essere fermate, mettendo in campo ogni azione di pace a nostra disposizione”.
Il documento approvato dall’assise provinciale prosegue poi con queste considerazioni: “Con il riconoscimento dell’indipendenza dei due territori e l’invio di forze armate regolari, la Russia ha infranto il diritto internazionale e ha unilateralmente interrotto il percorso diplomatico ed internazionalmente riconosciuto dai cosiddetti “Accordi di Minsk” siglati il 5 settembre 2014; l’invasione russa dei territori ucraini è a tutti gli effetti, secondo i principi di non ingerenza e non belligeranza della comunità internazionale, un atto di aggressione, così come definito dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite (risoluzioni sulle relazioni amichevoli tra Stati del 1970 e nella definizione di aggressione del 1974) che qualifica come aggressione, tre le altre, la violazione di frontiere internazionali, se implicante la minaccia o l’uso della forza, l’invasione, l’occupazione militare e il bombardamento del territorio di un altro Stato; la guerra identifica le disuguaglianze di genere e mette un freno alla conquista per i diritti umani. Tutto ciò è inconciliabile con i valori e gli obiettivi di civiltà conquistati in quei paesi ed oggi messi in discussione”.
Da qui la condanna da parte del Consiglio provinciale dell’aggressione militare della Russia contro uno Stato indipendente e sovrano, “poiché essa rappresenta una chiara violazione del diritto internazionale e della sovranità dell’Ucraina, oltre a calpestare in modo inaccettabile la libera determinazione di un popolo a scegliere il proprio governo, come l’inaccettabile escalation di violenza delle ultime ore”, e “la piena solidarietà al popolo ucraino e sostegno allo Stato ucraino nella difesa della propria sovranità internazionalmente riconosciuta”, con il riconoscimento, in particolare, “alle donne volontarie, dottoresse, donne combattenti, madri nei rifugi improvvisati, che fanno parte della resistenza ucraina”. Quest’ultimo passaggio è stato inserito con un emendamento proposto dalla consigliera provinciale Paola Povero.
Infine, con l’atto odierno, il Consiglio dà mandato al presidente della Provincia di Lecce di inviare l’ordine del giorno alle Ambasciate Russa ed Ucraina in Italia, chiedendo l’immediata cessazione del conflitto e delle ostilità, il ripristino del pieno rispetto del diritto internazionale, della sovranità e dell’indipendenza dell’Ucraina; di intraprendere tutte le azioni e le iniziative necessarie, nella disponibilità dell’Ente, affinché sia manifestata piena solidarietà al popolo ucraino attraverso ogni aiuto possibile alla sua gente; di verificare tutte le procedure utili per l’accoglienza e il sostegno ai cittadini ucraini.
Dopo il voto unanime, il Consiglio provinciale, su iniziativa del vicepresidente Antonio Leo, ha ascoltato la testimonianza di Aida, un’artista ucraina, trasferitasi a Lecce otto anni fa, accompagnata dalla giovane figlia, che ha raccontato come la normalità della vita dei suoi familiari e conoscenti e di tantissimi ucraini sia stata bruscamente interrotta dalla guerra, che ha costretto alla fuga tante donne, uomini e bambini, diventati in questi giorni rifugiati senza più nulla. “Tantissime donne, anche professioniste, rimaste in Ucraina, sono impegnate in questi giorni a cucire reti mimetiche e giubbotti antiproiettile”, ha riferito.