Anche Palazzo Adorno e l’ex Convento dei Gesuiti (Circolo cittadino), beni della Provincia di Lecce, fanno parte dei 30 luoghi che apriranno i loro portoni al pubblico domenica 22 maggio.
Torna, infatti, dopo due anni di stop, “Lecce Cortili Aperti”, la manifestazione organizzata dall’Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI) – Puglia, in occasione della XII edizione della Giornata Nazionale ADSI.
L’evento, giunto alla sua XXVII edizione, permette l’accesso ad alcuni dei palazzi più belli del capoluogo, per rendere “patrimonio comune” i loro splendidi cortili e giardini, con iniziative varie e musica ad allietare i visitatori. I luoghi saranno visitabili (10-13 e 16.30-20.30) seguendo gli itinerari suggeriti dalle cartine distribuite nel corso della manifestazione.
Soddisfatto il consigliere al Patrimonio e Patrimonio culturale della Provincia di Lecce Antonio De Matteis: “Riparte Lecce Cortili aperti e dopo due anni di distanziamento sociale questo evento riporta il centro dell’attenzione nelle corti di Lecce. Anche la Provincia apre al pubblico gli spazi all’aperto di due dei suoi beni più prestigiosi, aggiungendo, rispetto agli anni precedenti, l’ex Convento dei Gesuiti (Circolo Cittadino). Uno spazio che da sempre é stato punto di riferimento per la vita sociale del nostro territorio e che riapre in questa occasione, anche se per una sola domenica, con la volontà di riproporlo con ulteriori eventi e con l’obiettivo di restituire all’uso quotidiano questi storici e prestigiosi spazi. L’ex Convento, e successivamente Circolo cittadino, ha da sempre rappresentato un luogo civico in cui si è dibattuto su importanti decisioni che hanno riguardato il capoluogo salentino. Se questo luogo ha da sempre rappresentato per molti un punto di arrivo economico sociale, riproponiamo questa apertura, invece, come punto di partenza di una società salentina moderna e inclusiva”.
L’iniziativa sarà l’occasione per accedere allo spazio all’aperto di Palazzo Adorno, in via Umberto I 30, attuale sede della presidenza della Provincia, che rappresenta la residenza signorile più prestigiosa edificata a Lecce nella seconda metà del 500, nell’area dell’antico quartiere ebraico, l’antica “judaica”. Le secolari vicende del Palazzo sono legate a quelle delle numerose famiglie che lo abitarono, a partire dagli Adorno, passando per i Cicala, arrivando ai Personé, e tante altre, fino al 1952, quando l’immobile fu acquistato dalla Provincia di Lecce, che ne curò poi il lungo restauro, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta (1987-1998). I visitatori che domenica accederanno nell’atrio della storica residenza saranno attratti dalla singolarità di Palazzo Adorno, che sta nell’utilizzo del bugnato, non solo all’esterno dell’edificio (rivestito a bugne rettangolari), ma anche al suo interno, sulle pareti dell’atrio e su quelle dello scalone che porta al primo piano, dove è stata utilizzata una particolare bugna di forma quadrata, detta “a cuscinetto”. Sul portale di ingresso si possono ammirare alcuni stemmi, a testimonianza del succedersi delle famiglie che lo hanno abitato: al centro dei Personè, a destra della famiglia Loffredo – Spinelli e a sinistra degli Adorno. Il cortile, in particolare, accoglie chi entra come una sorta di galleria degli uomini illustri, con stemmi e ritratti a rilievo. All’inizio della scalinata a destra, dentro una cornice rettangolare, è scolpita l’arma dei Loffredo di Capua, sovrastata dal ritratto a rilievo di Ferrante Loffredo; di fronte, il ritratto probabilmente del figlio Francesco Loffredo. Sulle due colonne del portico sono scolpiti, tra le volute dei capitelli, i volti di San Francesco d’Assisi e di San Francesco di Paola rivolti verso l’ingresso, che sembrano sorvegliare e proteggere coloro che accedono al Palazzo.
Altro gioiello leccese del patrimonio provinciale che apre per la manifestazione di domenica è l’immobile in via Rubichi 35, l’ex Convento dei Gesuiti, eretto nel 1575, prima come residenza dei Padri Gesuiti e poi divenuto secoli dopo sede dello storico Circolo cittadino, che ebbe come primo presidente il duca Sigismondo Castromediano. Divenne luogo simbolo della nuova borghesia e negli anni è stato a lungo il fulcro della vita sociale e culturale cittadina.