“La Rete Oncologica Pugliese è una realtà operativa, un punto di riferimento fondamentale per chi deve affrontare patologie tumorali. Questo incontro nasce con l’intento di promuoverne la conoscenza nel territorio salentino. Ecco perché come Provincia abbiamo inteso coinvolgere i Comuni, gli enti che, per definizione, sono più vicini alle Comunità che rappresentano. E’ molto importante, infatti, rafforzare il rapporto di fiducia che deve esserci tra i cittadini e le istituzioni sanitarie. Fare rete a più livelli è la parola chiave per il buon funzionamento della sanità e per garantire il diritto alla salute”. A parlare è Paola Povero, consigliera provinciale con delega alla Sanità, nell’incontro di questa mattina a Palazzo dei Celestini sulla Rete Oncologica Pugliese, a cui hanno presenziato i sindaci del Salento, o loro delegati.
L’appuntamento odierno, con la consigliera Povero promotrice, è stato voluto per diffondere e promuovere sul territorio salentino la conoscenza della Rete, nata per ottimizzare la prevenzione primaria e secondaria e il percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale dei pazienti con tumore.
“Abbiamo voluto intraprendere una interlocuzione tra Provincia, Asl e amministrazioni comunali, con i sindaci che si pongono quasi in una sorta di front-office con i cittadini, e la Provincia diviene una cabina di regia tra tutti gli attori. Quella di oggi sarà la prima di altre progettualità che andremo a presentare e far conoscere sul territorio prossimamente”, ha concluso la consigliera Povero.
I lavori sono stati aperti dagli indirizzi di saluto del presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva e del commissario Asl Lecce Stefano Rossi. All’incontro ha presenziato, inoltre, il consigliere provinciale con delega al Terzo Settore Gabriele Mangione.
Per il commissario Rossi l’incontro odierno, fortemente voluto dalla Provincia di Lecce “è un’occasione unica per ripresentare e ricordare di come la Rete Oncologica Pugliese sia una vera e propria eccellenza nello scenario della sanità regionale. Non è affatto scontato: non in tutte le regioni esiste una Rete Oncologica. Noi siamo tra i primi ad averla avviata e ammetto che stia funzionando in maniera eccellente. Mi limito soltanto a ricordare che chiunque abbia un minimo sospetto diagnostico, certificato dal medico di base, ha diritto ad avere una visita oncologica, con tempi di attesa pari a zero. Questa è prevenzione, che ci introduce alla presa in carico della patologia”.
A presentare ed illustrare finalità e specificità della Rete Oncologica Pugliese è intervenuta Silvana Leo, direttore della SC di Oncologia Medica presso l’Ospedale Vito Fazzi di Lecce e coordinatrice del Dipartimento integrato di Oncologia del Salento.
“Le Reti Oncologiche sono ormai realtà ideate per ridurre il burden del cancro. La Rete oncologica pugliese è deliberata ed è una delle poche attive attive del sud Italia. Obiettivi principali sono assicurare una tempestiva presa in carico del paziente nell’intero percorso assistenziale garantendo uguale ed uniforme accessibilità alle migliori cure, sicurezza delle prestazioni correlata all’expertise clinica e ad una adeguata organizzazione, continuità dell’assistenza, appropriatezza prescrittiva ed erogativa. Grazie alla Rete, i percorsi di cura e le proposte terapeutiche sono gli stessi offerti su tutto il territorio nazionale a prescindere dal centro scelto”, ha dichiarato Silvana Leo nel suo intervento.
Quella della Rete Oncologica Pugliese è una articolazione a più livelli: Consulta Oncologica Regionale (Conc), Unità di Coordinamento della Rete (UcooR), 4 Dipartimenti Integrati di Patologia (DIOnc) per l’intero territorio regionale.
Il Dipartimento che interessa la provincia leccese è il DIOnc Salentino con sede presso il PO “V. Fazzi” di Lecce, e comprende, oltre alla Asl, anche l’Ente Ecclesiastico Panico di Tricase. Il DIOnc ha tre parole chiave: Unità Oncologiche, Gruppi multidisciplinari (GPI) e Centro di orientamento Oncologico (C.Or.O).
Parole chiave della Rete Oncologica sono i Gruppi mutidisciplinari per patologia in cui diverse figure professionali (oncologo, chirurgo, radiologo, radioterapista, medico nucleare) discutono lo stesso caso, il percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) che definisce il miglior percorso di cura: sono stati deliberati in Aress quelli per cinque patologie tumorali (polmone, prostata, mammella, colon retto, utero) ed i C.Or.O.
“La gestione multidisciplinare oncologia permette di prendere in carico il paziente in tutte le fasi della malattia, migliora la risposta ai trattamenti, favorisce il tempestivo accesso a terapie riabilitative e di supporto, e consente di gestire efficacemente l’eventuale ripresa di malattia. La competenza e la sinergia di più specialisti, requisiti fondamentali dell’approccio multidisciplinare e multiprofessionale, diventano essenziali nella gestione del paziente oncologico”, ha proseguito Silvana Leo.
Il COrO è il centro oncologico di riferimento, che ha il compito di informare e accogliere ogni nuovo paziente con una diagnosi o un sospetto di diagnosi di malattia neoplastica, e accompagnarlo in tutto il suo percorso di cura, gestendo le problematiche cliniche e amministrative, garantendo e verificando la presa in carico da parte della Rete anche sul piano sociale, in costante dialogo con il medico di famiglia e con un team multidisciplinare.
I COrO sono 18 in tutta la Regione Puglia, 5 nella macroaera del Salento (Lecce), e sono stati localizzati in cinque strutture ospedaliere: Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, Ospedale “Cardinal Panico” di Tricase, Ospedale “Sacro Cuore di Gesù” di Gallipoli, Ospedale “Veris Delli Ponti” di Scorrano e Ospedale “Francesco Ferrari” di Casarano.
Il C.Or.O di Lecce, attivo da circa un anno, ha visto crescere il numero di primi accessi, registrandone nel 2021 quasi 1700. La patologia che maggiormente ha riguardato è stata quella gastrointestinale ed epatobilio-pancreatica, a seguire quella senologica, il melanoma, la patologia urologica e polmonare. Una diversa organizzazione dell’Unità Operativa di Oncologica di Lecce in ambulatori di patologia specifici, è risultata nel tempo vincente. Questo si è tradotto in un raddoppio dell’attività, grzie anche al supporto offerto dalle Associazioni.
Altro obiettivo della Rete Oncologica è stato quello di migliorare l’integrazione Ospedale-Territorio, con il fine di ridurre la mobilità passiva e quindi i viaggi della speranza: i primi dati lo stanno dimostrando.
“Uno dei fattori vincenti di tutto questo è stata l’organizzazione, ed il COrO è stata la risposta giusta, perché è risultato essere il valore aggiunto da affiancare alle professionalità che già erano presenti. In questo sistema si lavora fianco a fianco, in modo unitario, medici, pazienti e volontari: questo è quello che serve per sconfiggere i tumori”, ha concluso Silvana Leo.