Prosegue il programma di Unica – un nuovo contatto, prima stagione di teatro, musica, danza, mostre di Nasca il teatro, nuovo spazio culturale e sociale in via Siracusa 28 nella Zona 167/B del Quartiere Stadio di Lecce. Venerdì 21 aprile (ore 20 – ingresso libero – info e prenotazioni 08321563524 – 3474741759 – nasca@ippolitochiarello.it) appuntamento con “Accendere la sirena“, reading tratto dal manoscritto in cerca di editore “Nella casa delle nuvole rovesciate” di Walter Spennato. Attraverso sei racconti, viene narrata la vita di alcuni ospiti della Casa per la Vita “Artemide” di Racale, struttura socio-sanitaria residenziale, che accoglie pazienti psichiatrici stabilizzati, usciti dal circuito psichiatrico riabilitativo. Durante la serata saranno in mostra i ritratti realizzati dall’illustratrice faentina Monica Zani per la terza edizione del progetto di arte pubblica “Questo non è un poster” che Walter Spennato e la Casa per la Vita “Artemide” hanno messo a punto per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi del “disagio menatale” per provare ad abbattere lo stigma che ruota attorno alle persone con disturbi mentali e favorirne l’inclusione sociale.
Domenica 30 aprile (ore 18 – ingresso con contributo associativo – info e prenotazioni 08321563524 – 3474741759 – nasca@ippolitochiarello.it) in scena “Aspettando il vento” con Luigi d’Elia (dai 7 anni), l’avventura di crescita e mistero di tre ragazzini che si incontrano sperduti in un’immensa palude nella stagione del passaggio degli uccelli migratori. C’è Arturo, un bambino che nella vita sarà sempre un pinguino: non c’è niente da fare, non volerà mai. Il suo papà viaggia per lavoro e ora c’è una nuova casa, un nuovo paese. Il suo papà ha i capelli che cambiano con il vento: lisci a tramontana, ricci con lo scirocco. Nel nuovo paese c’è Caterina, una ragazzina che sa tutto degli uccelli migratori. Ed è troppo carina… anche se ha gli occhiali e l’apparecchio sopra e sotto. E poi c’è Andrea, un bambino con una passione così profonda da far presagire un destino più grande, misterioso e magico. Aspettando il vento è una storia originale scritta da Luigi D’Elia e Francesco Niccolini (che firma la regia con Fabrizio Pugliese) ambientata in un luogo che esiste davvero, la Riserva Naturale di Torre Guaceto in Puglia, e nata un giorno d’agosto del 2007 quando un incredibile incendio cancellò in una notte la palude degli uccelli migratori.
Venerdì 5 maggio (ore 20:45 – ingresso con contributo associativo – info e prenotazioni 08321563524 – 3474741759 – nasca@ippolitochiarello.it) protagonista della serata la world music di Daria Falco (voce e tamburi a cornice) e Bruno Galeone (fisarmonica e pianoforte). I due musicisti pugliesi presenteranno i brani del cd “d’Accordo“, prodotto e distribuito dall’etichetta toscana RadiciMusic Records. Un viaggio cantato e musicato che spazia dal Messico e arriva a Cuba, toccando la Francia, proseguendo per la Romania e la Serbia, rientrando nel Sud Italia, per ripartire ancora e sempre in musica verso il meraviglioso viaggio della vita. Un accordo di note e sonorità che dal Mediterraneo, ricco di colori e verità, disinibito e gitano, viaggiano oltreoceano con la strega che vorticosamente scandisce il tempo della realtà di un Messico che non ha paura; poi l’Africa, risvegliata, torna come un sogno che si realizza nei bellissimi ricordi dell’Anima. E poi si torna nelle terre di centro e sud Italia, vissute intimamente, smembrate, sviscerate tra gli odori e i sapori di ogni dove.
Finale di stagione domenica 28 maggio (dalle 18 – ingresso libero) con la presentazione del libro “24 Storie di bici” di Alessandra Schepisi e Pierpaolo Romio (Sole 24 ore), una nuova replica dello spettacolo “Un cuore a pedali” di Ippolito Chiarello, sostenuta dalla Fondazione Alta Mane Italia, e il dj set per la Festa del FUS – Fondo unico dello spettatore di Nasca. «Il contributo all’ingresso chiesto per le attività di questi mesi non ha consentito di ricevere solo una tessera, ma ha permesso di aprire un vero e proprio libretto di risparmio per alimentare il nostro FUS, Fondo Unico dello Spettatore. Tutti i nostri spettatori sono infatti “soci azionisti” della mission culturale del luogo e ogni volta che partecipano a una delle attività o serate e/o attraverso altri contributi volontari per iniziative speciali, hanno aumentato il loro “capitale”. Ogni anno, nell’anniversario dell’inaugurazione dello spazio, il 28 maggio, ci sarà una giornata in cui si chiudono le attività invernali e si riscuotono “gli interessi”. Un modo per partecipare attivamente alla vita di questo spazio e al suo progetto», spiega Ippolito Chiarello.
“24 Storie di bici” è un viaggio che inizia in una bottega immaginaria, quella di Beccaris, meccanico mantovano, che ripara biciclette da cinquant’anni, ma che prosegue raccontando le storie vere di personaggi che hanno fatto delle due ruote la loro scelta di vita: dal mago dei telai ai riders del teatro, dalla recordwoman al viaggiatore in solitaria tra i ghiacci della Siberia. 24 storie che si susseguono a ritmo di pedale e dalle quali la bici emerge come risorsa economica in costante crescita, strumento di svago e di attività sportiva, sempre più mezzo di trasporto non inquinante grazie anche alla pedalata assistita. Quello della bici è un mondo variegato e ricco di sorprese, che si lega al passato e si apre al futuro, con promesse di sostenibilità e di ritrovata armonia con la natura.
Lo spettacolo di Ippolito Chiarello è liberamente ispirato al libro “Appunti di Geofantastica” di Gianluca Caporaso e Sergio Olivotti (Editore Lavieri). Un eccentrico esploratore, un viaggiatore straordinario, sempre in cammino in bicicletta e con tutti i suoi bagagli/casa addosso, raccoglie in un quaderno gli appunti sui luoghi attraversati. Un viaggiatore capace di carpire le storie più intime e segrete delle città che attraversa e di ricostruire, con esse, una geografia fantastica quanto illuminante. Sono racconti appuntati nei suoi diari, nei suoi quaderni e perfino a margine di qualche libro che porta con sé. Arricchiti da disegni, piccoli collage o con foglie e fiori rubati agli alberi più esotici incontrati per strada.