Continuano gli appuntamenti della rassegna ARADEO “Altare degli Dei” – ANDIAMO AVANTI! giunta alla seconda edizione, sempre diretta da Giovanni Minerba e resa possibile grazie al supporto dell’Assessorato Regionale Formazione e Lavoro (Politiche per il Lavoro, Diritto allo Studio, Scuola, Università, Formazione Professionale) rappresentato dall’Assessore Sebastiano Leo, del Comune di Aradeo e della Nuova Pro Loco di Aradeo.
In occasione della Giornata della Memoria è in programma, domani martedì 30 gennaio al Teatro Domenico Modugno (ore 21:00, ingresso gratuito), l’appuntamento “L’importanza di ricordare” con la proiezione del film Il rosa nudo di Giovanni Jo – Coda (Italia, 2013). Il regista è stato già ospite della rassegna lo scorso novembre con la presentazione al pubblico del suo lungometraggio La sposa nel vento per la Giornata contro la violenza sulle donne.
“Non si può fare a meno della memoria, non solo di quella personale, certamente importante, ma necessaria è la memoria storica, politica, culturale” – dichiara Giovanni Minerba – “Questo appuntamento di Altare degli Dei – Andiamo Avanti è voluto anche per ricordarci, per ricordare che gli oltre sei milioni di ebrei, come ormai si sa da diversi anni, non sono stati gli unici a essere stati sterminati dalla follia nazista, ma anche gli omosessuali, cui veniva apposto il triangolo rosa sulla casacca da internati nei campi di concentramento, le lesbiche, catalogate come “asociali” e contraddistinte da un triangolo nero, insieme a persone con disabilità, testimoni di Geova, mendicanti e ladri” – e continua – “La storia di Pierre Seel, alla quale è ispirato “Il rosa nudo”, film di Giovanni-Jo Coda, la cui testimonianza è riuscita a far sì che le istituzioni riconoscessero le deportazioni degli omosessuali e le lesbiche nei campi di concentramento”.
Il lungometraggio si ispira alla Vita di Pierre Seel, deportato omosessuale, raccontato in maniera teatrale ed evocativa. Tra le milioni di vittime colpite dalla follia nazista nel periodo della seconda guerra mondiale il francese Pierre Seel, il 13 maggio 1941, aveva solo 17 anni, fu deportato dai tedeschi e internato nel campo di concentramento di Schirmeck, dove subì torture e violenze a causa del suo orientamento sessuale, e dove assisterà all’atroce morte del suo compagno. Nel 1982, però, fu il primo a denunciare le terribili vicende che lo accomunarono a migliaia di altri omosessuali, marchiati come lui con il triangolo rosa.