Territorio

“Qui non è Hollywood”: un true crime made in Italy ricco di significato

Qui non è Hollywood“, dopo il blocco dell’uscita avvenuto due giorni prima della data fissata per il 25 Ottobre su ordinanza del comune di Taranto, a causa del ricorso effettuato dal sindaco di Avetrana (il titolo originale doveva essere “Avetrana. Qui non è Hollywood”),è visibile dal 30 Ottobre su Disney+.
La miniserie in 4 puntate diretta da Pippo Mezzapesa tratta di uno dei casi di cronaca nera con più risonanza mediatica degli ultimi anni, una corsa alla notizia culminata con la comunicazione in diretta alla madre della vittima del ritrovamento del cadavere durante la trasmissione “Chi l’ha visto?”.
Chi pensava di ritrovare la classica ricostruzione true crime rimarrà deluso perchè il regista non riporta solo la scomparsa e l’omicidio di Sarah Scazzi, non si sofferma sul fatto in sè, non ricostruisce l’evento mostrando in modo cruento l’omicidio della piccola Sarah, ma analizza ogni personaggio che ha preso parte alla vicenda, portandoci nel loro mondo ed evidenziando quanto l’esposizione mediatica ha danneggiato ognuno di loro. In ogni episodio viene analizzato un personaggio, in ordine: Sarah, Sabrina, Michele, Cosima; ed ogni episodio ha una sua cifra stilistica e un colore che lo caratterizza portandoci così ad analizzare ognuno di essi senza condannare, ci porta a scoprire il retaggio culturale che avviluppa ogni personaggio, mostrandoci le conseguenze dovute alla vita che queste persone vivevano, tra le visioni di zio Michele, le preoccupazioni sulle maldicenze di Sabrina e Cosima, le insicurezza di Sabrina intrappolata in un corpo che non vorrebbe, la voglia di vivere in un posto lontano di Sarah. Risaltano all’occhio alcune scene: Sabrina che mentre attacca ad un palo della luce un il volantino di Sarah passa lo scotch sulla sua gola tirando come se stesse rivivendo il momento della morte della cugina, il rifiuto di Ivano, il ritrovamento del corpo di Sarah e la scena finale, la più emozionante ed emblematica, dell’ultimo episodio quando Sarah abbandona il luogo dove ha perso la vita, la villetta di via Deledda, mentre accanto a lei orde di giornalisti seguono la polizia che si reca ad arrestare la zia. Sublime la scelta ed il lavoro degli attori, impressionante la loro somiglianza ai protagonisti della vicenda, ognuno calato nella propria parte. Un plauso in particolare alla salentina Giulia Perulli che nella serie interpreta Sabrina, ruolo per il quale lei stessa ha ammesso di avere subito una trasformazione fisica ingrassando di 22 kg che le hanno permesso di entrare ancora più in contatto con le insicurezze di Sabrina ed a Vanessa Scalera, mesagnese, l’interprete di Cosimache porta sullo schermo le varie sfaccettature del personaggio, la freddezza, l’indifferenza verso i giornalisti che circondano la casa, il suo carattere forte e dominante.
Una serie che porta si sullo schermo il delitto di una ragazza di soli 15 anni, ma che contemporaneamente analizza gli interpreti e velatamente critica quell’attacco morboso che i media hanno avuto e hanno tuttora nei casi di cronaca nera, dove spesso la vittima passa in secondo piano e le persone diventano elementi e non esseri umani.

Giorgia Aprile