Foto di Paolo Pallara
Si è conclusa con successo la XXV edizione del Festival del Cinema Europeo diretto da Alberto La Monica. Tra i tanti ospiti presenti che hanno accompagnato i film e dialogato con il pubblico: Ken Loach, Giovanna Mezzogiorno, Luciana Castellina, Luca Verdone, Silvia Verdone, Brando De Sica, Fabio Traversa, Alain Smith, Edgar San Juan, Yasemin Samdereli, Laura Delli Colli…
Numerose le anteprime e gli eventi speciali con pellicole provenienti da tutta Europa. Quest’anno il Festival ha voluto ricordare Tyrone Power con la presentazione di La fiera delle illusioni (Nightmare Alley, 1947) di Edmound Goulding, nel quale il divo hollywoodiano offre quella che la critica considera la migliore interpretazione da attore. Alla presentazione: i figli Romina e Tyrone jr ed i nipoti Yari e Cristel Carrisi in un incontro moderato da Maurizio Di Rienzo.
«Una 25esima edizione all’insegna del grande cinema, con ospiti del calibro di Ken Loach, l’omaggio alla poliedrica Giovanna Mezzogiorno, e insieme agli autori dei film presentati anche quest’anno abbiamo dato voce al cinema che verrà. Ora dobbiamo guardare al futuro con la convinzione che il cinema europeo abbia ancora molte storie da raccontare, molti volti da presentare e molti orizzonti da esplorare», ha dichiarato Alberto La Monica.
Accanto agli oltre 100 titoli in programma, il Festival ha presentato musica dal vivo, presentazione di libri e album nei diversi luoghi della città con il Festival OFF, l’evento che il FCE propone ogni anno con eventi gratuiti come il concerto di GiroDiBanda, del Maestro Cesare Dell’Anna con l’anteprima assoluta di un estratto del film GiroDiBanda di Daniele Cini prodotto da Dinamo Film, The Sound of Silents, sonorizzazione dal vivo di film muti degli Anni Venti con musiche inedite a cura del progetto musicale Ninotchka, “OOPARTS”, il nuovo concept album del batterista e beatmaker Egidio “Legit” Rondinone, presentazione di due libri della giornalista e scrittrice Luciana Castellina.
Per il Concorso di lungometraggi europei “Ulivo d’Oro”, la giuria, presieduta da Luciana Castellina e composta da Pascal Diot, Francesco Ranieri Martinotti, Hanna Slak, Heather Stewart, precisa che “con l’assegnazione dei premi le giurie comunicano con il pubblico. Non sempre le motivazioni che vengono attuate dalle giurie sono immediatamente comprensibili. Più che un giudizio oggettivo, noi vogliano comunicare con il pubblico e chiedergli di riflettere assieme a noi”.
Ulivo d’Oro – Premio Cristina Soldano al Miglior Film a Three Days of Fish di Peter Hoogendoorn (Paesi Bassi, Belgio, 2024). Mentre vive all’estero con la sua seconda moglie, Gerrie torna a Rotterdam per i suoi controlli sanitari annuali. Lì incontra suo figlio Dick.
La motivazione: “Alla crisi economica e sociale che investe oggi tutto il mondo si aggiunge, ed è grave, anche una crisi psichica, che colpisce soprattutto i giovani. Produce anche una difficoltà nel capirsi fra generazioni all’interno della stessa famiglia. Il film che premiamo coglie con grande acutezza e delicatezza questo tema, senza indicare un fatto specifico particolarmente drammatico ma descrivendo con naturalezza un tratto di tutte le famiglie di oggi, in cui l’incomprensione si coniuga con l’affetto; e anche con il desiderio, e dunque il tentativo, di tornare a capirsi, che pur nel disagio continua ad animare sia genitori che figli. Crediamo che tutti possiamo riconoscerci nei personaggi del film. L’Ulivo d’Oro – Premio Cristina Soldano al miglior film va a Three Days of Fish, by Peter Hoogendoorn”.
Premio Speciale della Giuria a Breathing Underwater di Eric Lamhène (Lussemburgo, Belgio, 2024). Emma, presentatasi al pronto soccorso incinta e piena di lividi, viene affidata a una casa rifugio per vittime di violenza domestica. Lì nel gruppo inizia a ritrovare autostima e fiducia in se stessa. La motivazione: “Una grande femminista e scrittrice francese, Simone de Beauvoir, ha detto: “scoprire cosa vuol dire essere donna è il lavoro di tutta la vita. Ed è così perché a tutte ci è stata cucita addosso un’identità che non è la nostra, ma quella maschile. Liberarcene è difficile ma necessario. Emma, protagonista del film, lo fa in modo “estremo”, ma per cambiare il mondo serve essere anche “estremiste”. Per questo assegniamo il premio della giuria a Breathing Underwater by Eric Lamhene”.
Premio per la Migliore Fotografia al film Wishbone di Penny Panayotopoulou (Grecia, 2024). Kostas è diventato di recente guardia giurata in un ospedale pubblico. Dopo la morte del fratello, è costretto a prendersi cura della nipotina ed a trovare i soldi per salvare la casa di famiglia. Nel momento in cui perde ogni speranza, un portiere dell’ospedale gli offrirà una via d’uscita. La giuria ha deciso di assegnare il premio per la migliore fotografia “a un film che combina in modo coerente la fotografia con luce naturale e i movimenti fluidi della macchina da presa con la cruda realtà del sistema sanitario greco”.
Premio per la Migliore Sceneggiatura a Drowning Dry di Laurynas Bareiša (Lituania, Lettonia, 2024). Ernesta trascorre il fine settimana con la sua famiglia e quella della sorella Juste in una casa di campagna. Dopo che un incidente sfiora il tragico, le due sorelle si ritrovano madri single. La motivazione: “Per aver saputo costruire, con audacia stilistica, il racconto di un tranquillo weekend familiare, funestato da due tragici eventi, destrutturando e ribaltando la narrazione, la giuria ha deciso di assegnare il Premio Ulivo d’Oro 2024 per la miglior sceneggiatura a Laurynas Bareiša per Drowing Dry”.
Il Premio del Pubblico, assegnato dagli spettatori al termine delle proiezioni alla Multisala Massimo, va a Jim’s Story di Arnaud e Jean-Marie Larrieu.
Premio SNGCI miglior attrice/attore Europeo assegnato dalla Giuria del Sindacato Giornalisti Cinematografici Italiani, presieduta da Laura Delli Colli, va a Paulius Markevičius per il film Drowning Dry di Laurynas Bareiša (Lituania, Lettonia, 2024).
Questa la motivazione: “per la sua interpretazione intensa ed emozionante in un film che alterna la leggerezza di una giornata di ordinaria serenità alla tensione che nasce da un drammatico imprevisto. Il dolore cambia imprevedibilmente la vita di un intero nucleo familiare”.
Premio Fipresci (Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica), attribuito dalla giuria composta da Janet Baris, Eusebio Ciccotti e Michael Ranze, va a Three Days of Fish di Peter Hoogendoorn con la motivazione: “Un film sensibile che affronta la complicata relazione tra un padre e un figlio che si incontrano solo per un breve periodo. Girato in uno splendido bianco e nero, la pellicola affronta la vulnerabilità dell’essere umano e le difficoltà di comunicare ai nostri giorni”.
Premio SNCCI assegnato dalla Giuria composta da Alberto Tristano, Frederic Pascali, Francesco Maggiore, va a Jim’s Story di Arnaud e Jean-Marie Larrieu con la motivazione: “Per l’intensità emotiva di un racconto che affronta le difficoltà dei legami affettivi e familiari sottoposti al giudizio del tempo e dei sentimenti più profondi”.
Premio Cineuropa assegnato dal direttore Valerio Caruso va a Breathing Underwater di Eric Lamhène.
“Il premio Cineuropa va ad un’opera che combina un’estetica raffinata con una narrazione intima e universale, capace di toccare le corde più profonde dello spettatore. Attraverso una regia delicata e un’interpretazione intensa, il film esplora il delicato equilibrio tra vulnerabilità e resilienza, raccontando con grande sensibilità il viaggio interiore di chi lotta per trovare il proprio posto nel mondo”.
Per la sezione Puglia Show, la giuria, presieduta da Cosimo Santoro e composta da Davide Magnisi e Vito Palmieri, ha assegnato il Premio CNC – Centro Nazionale del Cortometraggio ed il Premio Augustus Color come Miglior corto a Note to Self di Maria Gorgoglione con la seguente motivazione: “Per aver saputo creare una atmosfera claustrofobica e opprimente attraverso una messinscena rigorosa, che si interroga sui fantasmi della nostra personalità, avvalendosi di un’ottima prova attoriale”.
Menzione speciale a I, Lina di Luana Fanelli “per la freschezza narrativa e la cura registica nel raccontare una storia di provincia, che segna il passaggio dall’adolescenza all’età adulta di due giovani ragazze, efficacemente interpretate dalle attrici protagoniste”.
Il Premio Rai Cinema Channel decretato dalla giuria composta da Maria Federica Lo Jacono e Manuela Rima di 3.000 euro a Eclissi di Terra di Federico Emilio Cornacchia (2024).
Il Premio Mario Verdone, assegnato dalla giuria composta dai fratelli Carlo, Luca e Silvia Verdone va a Gloria! di Margherita Vicario “per l’originalità di un film d’esordio -già diretto con sicurezza- che rende protagonista, con le immagini, la musica in una storia in cui il classico dialoga con il pop diventando un vero e proprio inno rivoluzionario. Gloria! dimostra che debuttare alla regia significa anche osare: un’opera prima dedicata alla libertà, anche creativa, delle ragazze di ogni tempo”.
Riconoscimento Speciale del Premio Mario Verdone a Brando De Sica per Mimì – Il principe delle tenebre. La motivazione: “Una favola noir e insieme un fantasy ricco di suspence ma anche di poesia in una Napoli inedita nel suo fascino soprannaturale. Un esordio sorprendente, che unisce il gusto del genere ad un’opera prima d’autore che dialoga con il pubblico, senza confini”.
Il Premio Unisalento, assegnato dalla giuria del DAMS composta da Stefania Bocco, Giacomo Bove, Viola Calignano, Teresa De Simone, Andrea DiLorenzo, Alessio Elia, Roselena Forleo, Gaia Galasso, Alexia Ganci, Melissa Gjini, ClaudioPasquale Giaconella, Enrico Greco, Carmen Matichecchia, Edoardo Presicce, Melissa Rizzo, PietroStrusi, Iris Talema, Alessia Trani, Antonio Vetrano, Nicole Vetrano, va a Il cielo è perso di Fabrizio Fusco “per la grande profondità con cui affronta il tema della sopraffazione dell’uomo sulla natura e sui suoi simili come elemento intrinseco dell’essere umano. La fotografia evidenzia questa contrapposizione attraverso un uso del colore che esalta la differenza tra elementi naturali e artificiali. Le inquadrature, passando da piani ravvicinati a campi lunghi, accompagnano il passaggio dall’esperienza particolare dei personaggi verso un senso universale”.
Premio Emidio Greco, arrivato alla XII edizione, selezionato da Lia Furxhi (Direttrice Centro Nazionale del Cortometraggio) e Alberto La Monica (Direttore Festival del Cinema Europeo), la Giuria dalla Famiglia Greco, va a Miranda’s Mind di Maddalena Crespi “per la capacità di raccontare la complessità del pensiero femminile con onestà e fuggendo da vecchi stereotipi, per la regia asciutta ma mai fredda, mai sterile, per la scelta e la direzione della protagonista del film (l’interpretazione di Valentina Bellè è davvero notevole)”.
Il Premio Rotary Club Lecce, scelto tra tutti i film presentati al Festival, va a Arte vs Guerra- Bansky e C215 a Borodyanka, Ucraina di Michele Pinto. La motivazione: “Il regista racconta la violenza della guerra in Ucraina attraverso gli occhi dei restauratori impegnati a recuperare dei murales. Un lavoro che dimostra come l’arte e la bellezza possano coltivare la speranza. Valori in linea con lo spirito rotariano impegnato a trasformare il mondo secondo una visione più equa, più dolce, più compassionevole, più umana”.
Anche quest’anno la Sezione Cinema&Realtà gode della “Menzione speciale CinecittàNews”, a cura della redazione di CinecittaNews – testata quotidiana online di Cinecittà che si dedica al giornalismo cinematografico sotto l’ala della Direzione Comunicazione, che ha scelto di premiare L’ulivo e il baobab di Serena Porta.
La motivazione: “Un filo rosso, anzi verde, scorre e unisce a simboleggiare la Natura e la Madre Terra, in un dialogo non discontinuo tra Europa e Africa, con due alberi simbolo, l’ulivo e il baobab, apparentemente così esotici l’un l’altro, e invece cosìsimili nell’essenza coriacea, nella fertilità creativa, e nell’essere – ciascuno – specchio del proprio territorio e dello spirito della propria gente, che guarda a queste piante non solo come a un soggetto naturale ma come a espressioni della propria cultura e li rispetta, li cura, quasi li venera, riconoscendone la bellezza silvestre ma soprattutto la nobiltà e la preziosità. La voce di Russel Crowe avvolge e concorre a restituire un senso epico alla narrazione, quasi offrendo l’eco all’anima degli alberi”.