Il porticciolo della marina di Santa Caterina sarà riqualificato e diventerà un mercatino del pesce a Km zero. Grazie a un finanziamento di circa 124 mila euro (risorse del Po Feamp 2014-2020 ottenute tramite un bando del Gal Terra d’Arneo), infatti, l’amministrazione comunale inaugurerà a breve i lavori di adeguamento e miglioramento del punto di sbarco e della banchina di ormeggio, proprio con l’obiettivo di favorire la vendita diretta del pesce fresco e quindi la sua tracciabilità e, più in generale, di migliorare le condizioni in cui operano i pescatori professionisti in termini di sicurezza e igiene. L’intervento, progettato dall’ingegnere Michele Durante e dalla società ProTea s.r.l., è stato affidato alla ditta Atim s.r.l., che nelle prossime settimane aprirà il cantiere.
Nel dettaglio, si prevede di attrezzare il molo con acqua corrente e illuminazione tramite colonnine erogatrici, con pavimentazione lavabile e con bancali amovibili per la vendita diretta del pescato. Saranno sostituiti gli ormeggi esistenti, ormai degradati, e sarà realizzato un adeguato sistema di parabordi sulla banchina. Saranno anche realizzati alcuni vani da adibire a deposito per i pescatori e una zona attrezzata per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti provenienti dalle attività di pescato. La commercializzazione del pesce fresco sarà nel rispetto delle norme igieniche e di sicurezza dei luoghi di lavoro. Una particolarità dell’ipotesi progettuale infine è quella di aver riservato un’area, da assegnare poi in concessione tramite bando, per utilizzi di tipo turistico e ricreativo.
L’intervento è necessario per adeguare il punto di sbarco alle norme di settore e, in un’ottica di filiera corta, per consentire la vendita diretta del pescato. Il mercato agroalimentare, infatti, è caratterizzato dalla presenza di intermediari (commercianti all’ingrosso, trasportatori, ecc.) tra produttore e consumatore. Nel settore ittico, il pescatore non ha quasi più un contatto diretto con il consumatore finale, spesso a discapito del pesce, che rischia di perdere qualità e gusto lungo le tappe della filiera. Il progetto incoraggia proprio la filiera corta, priva di intermediari, con consumatori e pescatori veri attori della “scena” agroalimentare. Il pesce, dunque, diventa a km zero, qualitativamente controllato e scelto sulla base del rapporto diretto con il pescatore. Infine, la filiera corta ha un vantaggio notevole dal punto di vista ecologico, perché prevede una forma di pesca sostenibile, non massiva, senza sprechi, maggiormente rispettosa degli habitat marini e del mare.