Lo sport insegna ancora il rispetto delle regole? Il DPCM del 24 ottobre 2020, nella parte relativa allo sport, poteva indubbiamente essere scritto meglio. Ma, ciò nonostante, va letto con senso di responsabilità e consapevolezza della situazione drammatica che stiamo attraversando. Il Governatore pugliese chiude le scuole di ogni ordine e grado per arginare il contagio che rischia di andare davvero fuori controllo. Ma allo stesso tempo assistiamo ad un fiorire mai visto prima di “campionati di interesse nazionale” da parte di alcune Federazioni e di alcuni Enti di Promozione Sportiva. Fatta la legge, trovato l’inganno, specialmente se la legge è scritta male. È sufficiente iscriversi ad un “campionato di interesse nazionale”, probabilmente deliberato in fretta e furia, stampare un pezzo di carta che ne attesta la partecipazione, ed è così possibile svolgere l’attività sportiva come se il DPCM del 24 ottobre non fosse mai stato scritto. Si vedrà poi se la partecipazione sarà effettiva o solo formale. Eppure, ci sono numerose Associazioni Sportive Dilettantistiche che, con senso di responsabilità, consapevoli dei rischi che corrono i propri soci e le loro famiglie, hanno deciso, non a cuor leggero, di chiudere fino al 24 novembre, con la consapevolezza di aver speso risorse per mettersi in regola con le norme di sicurezza, e con il rischio di perdere quei soci che, incuranti dei rischi, decideranno di cambiare associazione e migrare verso quelle altre che hanno “stampato” il pezzo di carta, e che, pertanto, svolgono l’attività sportiva nella loro sede abituale come se il DPCM del 24 ottobre non fosse mai stato scritto (l’epifora è voluta). Queste pessime prassi alimentano il senso di frustrazione in tante associazioni, e non si educa certo al rispetto delle regole, ma si stimola a fare i furbetti a scapito del prossimo.
Fabio Mariani -Presidente Regionale Uisp UISP PUGLIA APS