Nota del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani, Presidente Movimento Regione Salento. “Le Terme di Santa Cesarea sono un patrimonio del Salento e di tutto il territorio, ed è necessario che tutti – Regione in testa, insieme al soggetto gestore e al Comune – decidano di comune accordo quali azioni mettere in campo per garantirne il futuro e la piena valorizzazione. È un’operazione necessaria ed urgente, vista l’imminenza della prossima stagione termale, che non può vederci impreparati. Le Terme non navigano in acque tranquille: il personale è in stato di agitazione per il mancato pagamento degli stipendi dopo mesi di cassa integrazione. Questa mattina siamo stati al loro fianco nel sit- in dinanzi al Comune di Santa Cesarea, per chiedere certezza su un futuro occupazionale che appare a rischio. Ma vogliamo passare dalla protesta alle proposte. Da qui la richiesta di una nuova audizione in II Commissione consiliare, questa volta con un focus preciso: il rilancio delle Terme, chiamando in causa il presidente Emiliano, il suo capo di gabinetto e gli assessori regionali di tutti i comparti coinvolti, dal Turismo allo Sviluppo economico, dal Bilancio alla Sanità (visto che lo stabilimento termale eroga cure anche in convenzione con il Sistema Sanitario Regionale). L’obiettivo di quest’audizione è mettere una prima pietra nel cammino di un tavolo di confronto permanente sulla futura gestione delle Terme, allargato al presidente del Consiglio di amministrazione e al sindaco di Santa Cesarea. Serve innanzitutto un’operazione trasparenza sul piano di dismissione delle quote societarie detenute dalla Regione, che rappresentano al momento il pacchetto di maggioranza: il 51%. Queste azioni dovrebbero essere cedute all’Amministrazione comunale di Santa Cesarea per circa 13,7 milioni di euro. Una cifra esorbitante per il bilancio di un piccolo Comune, ma l’Amministrazione dichiara che li attingerà dal concessionario a cui verranno date in gestione le Terme. Non è chiaro, però, se si tratti di un importo definitivo o destinato ad essere rivisto al ribasso. E soprattutto è indispensabile che al nuovo soggetto gestore venga imposto di presentare un programma di rilancio credibile e fattibile, supportato da investimenti adeguati, anche in considerazione della crisi di liquidità in cui versa la società Terme di Santa Cesarea. La Regione, che allo stato attuale resta azionista di maggioranza della società che gestisce il complesso termale, non può disinteressarsi del problema della sua futura amministrazione, che dev’essere indirizzata su un percorso di discontinuità rispetto alla linea che finora ha prodotto sperperi e perdite. Un esempio su tutti: il cosiddetto Mammoccione, la grande incompiuta di Santa Cesarea, costata oltre 50 miliardi di lire e da anni in vergognoso abbandono. Per questo è necessario un confronto ed uno sforzo corale, che coinvolga tutti i segmenti dell’amministrazione regionale coinvolti, dal turismo alle attività produttive, senza dimenticare i Trasporti, visto che per rilanciare le Terme servono innanzitutto collegamenti e infrastrutture moderne ed efficienti”.