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“La stanza dell’Oracolo”, l’opera di Marcello Malandugno come segnale di resistenza dell’arte

Eccola “La stanza dell’Oracolo”, l’installazione visibile da qualche giorno presso lo Spazio Caputo di via XX Settembre, un modo di valorizzare la sensibilità per l’arte e condividerla con la città in un periodo molto difficile. Si tratta di un’opera di Marcello Malandugno, pittore neretino di caratura e fama internazionali, “aperta” il primo giorno di primavera, proprio come segnale di presenza e anche “resistenza” dell’arte accanto al difficile quotidiano dell’uomo. L’installazione – un pannello 150×120 cm, tecnica mista su tavola, sculture in pietra leccese e conchiglie naturali – si trova all’ingresso della città e rimane accesa anche la notte come segno e riferimento di esistenza.

Il concetto di “Oracolo” fa parte della ricerca trentennale di Marcello Malandugno, che ha voluto evidenziare la problematica della restrizione a cui siamo sottoposti a causa del Covid, dando vita a questa opera d’arte. Il progetto “La stanza dell’Oracolo” (a cura di Paolo Marzano) fa parte proprio di quei numerosi tentativi che in questo momento sono in corso su tutto il territorio nazionale con lo scopo di valorizzare il ruolo di supporto che da sempre l’arte ha esercitato.

Le collaborazioni internazionali avute nell’ultimo periodo con l’importante gallerista Emilio Mazzoli in occasione della presentazione di una mostra personale dell’artista a Lecce, con la Galleria “Ponte Rosso” a Milano in due esposizioni (già in fase pandemica) e ancora con la casa d’Arte olandese “The Obsession of Art”, confermano la necessità, oggi ancora più di ieri, di dare voce all’arte. Marcello Malandugno ha esposto le sue opere a Milano, Lecce, New York, Roma, Bari, Brindisi, Trento, Bergamo, Amsterdam, Crotone, Vibo Valentia, Viterbo, Parma, Verona, Genova, Reggio Emilia, Cremona, Arezzo, Mantova, Venezia e in tante altre città.