Seconda e ultima serata per l’edizione speciale di Piano Piano Festival, rassegna musicale dedicata al pianoforte e alle sfumature del jazz, ideata e diretta dalla musicista e compositrice Irene Scardia, organizzata dall’etichetta discografica Workin’ Label, in collaborazione con Regione Puglia e Città di Lecce.
Giovedì 30 settembre, alle 21, è attesa sul palco nel Chiostro dei Teatini di Lecce Carolina Bubbico, pianista, cantante, compositrice, arrangiatrice e direttrice d’orchestra (anche al Festival di Sanremo 2015, per i vincitori “Il Volo” e per Serena Brancale). Dopo aver esordito sulle scene dieci anni fa, con il progetto in solo “One girl band”, tra strumenti musicali, loop machine e voce, dopo le esperienze in tour con Beppe Vessicchio, dopo i suoi primi due album da solista (“Controvento” e “Una donna”), è della fine del 2020, anticipato dal singolo e videoclip “Bimba”, il suo ultimo lavoro discografico, “Il dono dell’ubiquità” (Sun Village Records/Puglia Sounds).
Carolina Bubbico lo presenta in un live insieme a Filippo Bubbico (tastiere, cori, chitarra, basso), Giacomo Riggi (tastiere, cori, percussioni), Dario Congedo (batteria), Aurora De Gregorio e Chiara Corallo (cori), trasportando il pubblico in una musica libera ed eterogenea, che va al di là di ogni etichetta, esplorando in libertà diversi universi sonori, creando chiaroscuri tra l’acustico e l’elettronico, il jazz e il funk, tra ballabili groove, canzoni intime e sonorità world ed elettroniche.
Quindici canzoni originali realizzate con il supporto artistico e tecnico del fratello Filippo Bubbico, che ha prodotto l’intero album, e con le featuring di Rachele Andrioli, Serena Brancale, Speaker Cenzou, Redi Hasa, Michael Mayo, Davide Shorty, Baba Sissoko, Sud Sound System e Cristiana Verardo.
Un lavoro che è cresciuto nel tempo e che è stato anche oggetto di una particolare sperimentazione visiva, a cura di Gabriele Surdo, Stefano Tramacere e Marco Cataldo, con sette brani del disco che sono diventati insoliti “videoclip-non-videoclip”, sviluppati in un linguaggio visivo nuovo che trasforma le canzoni in viaggi pindarici in dimensioni metafisiche, con spazio e tempo disgregati in un gioco di luminosità e opacità.