Sabato 23 e domenica 24 ottobre alle Officine Cantelmo di Lecce con il secondo week end di concerti e incontri a ingresso gratuito si conclude “La festa di Uasc!“, promossa dall’agenzia salentina di concerti e booking con il sostegno della Regione Puglia nel Programma Straordinario 2020 in materia di Cultura e Spettacolo.
Sabato dalle 20:30 si parte con la presentazione dei libri “Il grande caldo” e “Metamorfosi a cielo aperto” di Roberta Pappadà, inseriti in Mister Meteo, collana della casa editrice Kurumuny, che indaga la narrativa da una prospettiva laterale, cioè attraverso bufere, acquazzoni, calure micidiali e venti di disgrazia. Con l’autrice interverranno Antonio Errico (dirigente scolastico e scrittore) e Rita Lecci (oceanografa del Centro Euromediterraneo sui cambiamenti climatici). Laureata in Storia contemporanea all’Università di Bologna, Roberta Pappadà vive e insegna materie letterarie a Roma. Ne “Il grande caldo“, attraverso un’originale rilettura dei classici, l’autrice ci riporta a New York che arde nelle pagine di Capote ed è oggi lambita dagli incendi; fa correre più veloci dell’amok; fa sentire il grido di dignità di Furore, nei campi dove ancora c’è chi muore nella controra, e nel Mediterraneo dove annega chi fugge da siccità e inondazioni. Passare dall’infanzia alla prima adolescenza nell’arco di un’estate, In “Metamorfosi a cielo aperto“, con scritti sul tempo che fa di Ray Bradbury, Stephen King, Colette, Eduard von Keyserling, Gesualdo Bufalino, la stagione “calda” viene vista come contenitore simbolico che contorna tale passaggio. I protagonisti di queste metamorfosi, quasi tutti maschili, sono giovani immersi in un clima meteorologico ed esistenziale di sortilegio: il tempo caldo che fa fuori accompagna e contiene il tempo caldo che fa dentro, scandisce il ritmo delle esperienze. A seguire Giovanni Chirico, sassofonista eclettico, sorprendente, dall’approccio crossover proporrà i brani del suo album Bases affiancato da Davide Chiarelli (batteria) e Nicolò Gambino (chitarra) con la partecipazione di Giorgio Distante (basso tuba). «In questo lavoro discografico ho trovato necessario tornare alle basi. Le basi sulle quali io sono nato come musicista e come persona. Allora ho pensato che il modo migliore per me, di cominciare a far sul serio nella vita secondo la mia etica, fosse quello di mostrare chiaramente la mia identità, le mie basi, e di suonare una musica non solo per gli amatori, ma che possa avvicinarsi soprattutto a quelli che la musica la ascoltano occasionalmente», sottolinea Chirico. «Allo zio che da giovane faceva il dj, ai genitori che ascoltano la radio durante i viaggi per andare a trovare i figli all’università al nord, al cugino che gioca a calcio, al nipote matto per i videogames, agli amici che vanno in discoteca, agli artigiani. A chi è solo, a chi è curioso, a chi è apatico, a chi non ha tempo da perdere». Dalle 22:30, infine, in scena Mombao, un duo formato da Damon Arabsolgar (Pashmak) e Anselmo Luisi (Le Luci Della Centrale Elettrica,Selton, Giovanni Falzone, Virtuosi del Carso). È un progetto molto potente e originale, a metà tra un rituale, una performance e un concerto rock. Il suono si basa su percussioni, voci ed elettronica. I due musicisti partono dalla scoperta di antichi canti popolari per riarrangiarli in chiave moderna suonando seminudi e ricoperti di argilla. Ai Mombao piace scoprire nuove rotte in territori poco battuti. Oltre a diversi tour in Italia (Jazz MI, il Solito festival Ferrara, FarOut Festival, Arcellabella, Trieste Estate, Torrione Jazz Club Ferrara, ecc), e due tour in Germania, i Mombao hanno portato la loro musica nei Balcani (Slovenia, Croazia, Serbia, Kosovo, Bosnia), e in Marocco (tour organizzato dall’American Language Center grazie alla collaborazione con Victor Herrero, chitarrista di Vinicio Capossela e Josephine Foster). Nel 2021 hanno vinto la residenza artistica post-coloniale Milano Mediterranea e hanno partecipato, sorprendendo i giudici, a X Factor.
Domenica 24 ottobre la serata finale prenderà il via alle 18 con un Laboratorio di Pizzica Pizzica a cura dell’associazione Tarantarte. Il metodo di studio prevede un iniziale esercizio di ascolto del proprio corpo e di scoperta delle possibilità di movimento di ciascuno, per poi mettere in relazione il proprio movimento con l’altro e con il gruppo. La pizzica pizzica è una musica, un ballo, una tradizione. Un tempo si ballava in occasioni familiari o nelle feste della comunità, in coppia tra persone dello stesso sesso o tra uomo e donna. A differenza di quanto si pensa dunque, la pizzica non è solo un ballo di corteggiamento. Poteva infatti assumere diverse valenze, di divertimento, di scherno, di sfida (tra uomini soprattutto). La pizzica pizzica, fatta di piccoli passi scanditi dal ritmo terzinato del tamburello, è un ballo ricco di figure e simbolismi, legati al mondo contadino di un tempo e al mondo mediterraneo da cui attinge la stessa radice. Alle 19 la restituzione del Laboratorio di musica e costruzione di strumenti per bambine e bambini a cura del percussionista Vito De Lorenzi, promosso in collaborazione con l’associazione Fermenti Lattici e Storie cucite a mano, progetto selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Alle 20:30, infine, concerto del trio composto dal fisarmonicista Rocco Nigro, dal violoncellista Redi Hasa e dal percussionista Vito De Lorenzi con un repertorio di brani che congiungono due sponde dell’Adriatico, evocando sonorità ancestrali che attingono dalla grande tradizione dei Balcani e del Sud Italia e la portano verso esiti molto vicini alle invenzioni e al clima della migliore musica contemporanea.